(Mescal 2003)
Sicuramente sono passati questi quattro anni, se ne sono andati e non pensano di ritornare tanto presto. Sicuramente il tempo è passato e non se ne può incolpare nessuno. Ma ancor più sicuramente loro non sono stati con le mani in mano ma hanno suonato per parecchie date dopo essersi rincontrati.
E il riversato del loro stare insieme sui palchi di mezza Italia in quel 2002 lo avete in questo cd. La formazione c’è tutta, intenzionata a divertire e divertirsi, senza arrabbiarsi inutilmente senza costrutto, fanno scuola a questo proposito i testi di Giorgio “Zorro” Silvestri, ironici senza accidia.
Basta sentirli e risentirli dopo aver iniziato a sudare ballando con loro. Il motivo per farlo lo potete trovare già da Bullitt, pezzo di apertura alle danze, per continuare, sempre se non siete convinti, con il trascinante ska/punk di Io non ballo (sono un duro), oppure per gli scettici ma non totalmente assuefatti a tanta non musica il pezzo Gridalo Forte, neanche fosse fatto apposta. Oppure il tributo ai Nirvana all’ italiana con Quello Che Vuoi; pausa di riposo con il reggae di La sigaretta, giusto giusto il tempo di fumarsela e ripartire di slancio (come quella pubblicità di cui non ricordo il prodotto). E che dire della cover dei Foundations, quale Buld Me Up, Buttercup giocosamente “skattante”. Riflessione intermedia: il set che propongono dal vivo sembra riuscito e ben “oliato”. Loro divertono e fanno pensare.
Come dire…la classe non è acqua, oppure gli anni passano ma i migliori restano. Fine della sezione dedicata al luogo comune.
Voto: 7
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