The Who Sell Out

“THE WHO SELL OUT”

autore:Who                                                                                                   

etichetta: Track

anno di pubblicazione: 1967

con: Pete Townshend, John Entwistle, Roger Daltrey, Keith Moon.

Le canzoni, spesso acustiche o venate di morbida elettricità, che andarono a costituire questo terzo album di Townshend e soci furono snobbate da pubblico e critica in quanto ree di tradimento nei confronti delle durezze ‘mod’ degli esordi. Far accettare ai seguaci della ‘morte precoce’ (My Generation) queste stralunate ballate dai confini indefiniti – a causa della struttura ‘concept’ che non prevedeva soluzione di continuità e dei finti spot radiofonico-pubblicitari intercalati fra le singole tracce – si rivelò impresa impossibile. The Who Sell Out, rivisto a distanza, risulta essere il miglior disco del gruppo e uno dei più acuti campioni di quell’art rock che veniva suonato nella Londra di fine Sixties e che siamo soliti definire psichedelico. Le allucinate, seppur con ironia, Armenia City In The Sky, Mary Anne With The Shaky Hand, I Can See For Miles e Relay sono esempi perfetti di arte barrettiana, mentre Tattoo, Medac e Real pt. 2 contengono già i germi di quelli che saranno i momenti migliori della loro ‘opera rock’; purtroppo questi germi non rimarranno tali e Townshend resterà fottuto dall’idea fissa di essere un Omero che canta le gesta della propria generazione. Da ciò Tommy, prima mastodontica pietra di una fra le più sterili avventure intraprese all’insegna di una crescita della musica popolare, la cui pretenziosità verrà scalfita solo dalle spettacolari esibizioni dal vivo (Monterey, Live At Leeds e Woodstock). The Who Sell Out rimane quindi l’unica testimonianza – insieme agli inni adolescenziali degli esordi – di una genialità frustrata da troppe manie di grandezza. L’eccezionale copertina, priva di avanti e dietro e con i quattro in veste di paradossali spot-men, rappresenta uno dei modelli più riusciti di pop art applicata.