(Wallace/Audioglobe 2003)
Seconda prova di questo trio di improvvisatori/compositori giullari del suono tali e quali in nome e cognome più patronimico. Andiamo ad elencarli: Maurizio Martuscello compositore italiano “più avanti rispetto a tanti altri” prima con il gruppo Ossatura poi in solo, agli smanettamenti elettronici e qualche tocco di batteria; Okapi, dj alle prese con giradischi, girarrosto e giri vari, cofondatore insieme a Martuscello del gruppo MetaXu; Massimo Pupillo terzo uomo degli Zu, vedere parola ciccabile e recensione, basso preparato per la cena condito a puntino, con poco sale come piace alla mamma.
Patafisico incrocio di tendenze e dissonanze l’opera si articola per la cronaca in dodici tracce ma all’ascolto in toto risulta un divertente giro e rigiro nell’improvvisazione scratch/drums/bass che non annoia ma intriga.
Confermato e riconfermato da ascolti continuati anche in condizioni disagiate. La risultante di tanto affanno è che alla lunga il suono regge il contorno o confronto anche perché a tratti di microvariazioni con allegate sottofrequenze, ecco comparire come per magia stacchetti da carillon ottocenteschi, come a voler riportare l’ascoltatore ad uno stadio di infantile piacere acustico, come per dire è tutto un cabarettistico gioco.
Oppure, a loop ripetuti per i duri di comprendonio, sviolinate delicatamente romantiche, fischi e sleppate di ciò che un tempo era un basso.
E ancora, come un caleidoscopio adatto ad un film protodecadente, squilli di sax riavvolti in carta di nastro che assorbe il fritto delle scorie elettroniche. In più, per i non ancora convinti della qualità della loro proposta, anche momenti di non musica molto “musicali e divertenti”. Da avere.
Voto: 8
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