“THE ‘PRIEST’ THEY CALLED HIM”
autore: William S. Burroughs & Kurt Cobain
etichetta: Tim Kerr Records
anno di pubblicazione: 1992
con: William S. Burroughs, Kurt Cobain.
William Seward Burroughs e Kurt Cobain, due vite che non si sono mai incrociate se non nei solchi di questo 10″. Ci corrono 53 anni fra le loro date di nascita e solo 3 fra quelle di morte, e il più vecchio è sopravvissuto al più giovane dopo una vita di eccessi che avrebbero stroncato chiunque; ma non Burroughs, che muore ottuagenario dopo avere ucciso la moglie, a trentasette anni, con un colpo d’arma da fuoco. Lo stesso colpo fatale che il ventisettenne Cobain ha rivolto invece contro se stesso. Cobain, l’unico eroe della sua generazione, e Burroughs, l’antieroe privo di generazione. Burroughs che ha attraversato tutto il novecento e Cobain che ne ha visto solo una quarta parte. Credo non esistano dubbi sullo spessore del giovane, così come non esistono dubbi sulla realtà che lo vuole soffocato dalla spirale del successo. Non esistono dubbi neppure su un’altra realtà, quella del vecchio che travalica la beat generation per lambire con la sua ombra quanto di innovativo l’ultimo mezzo secolo ha prodotto. Questo incontro, mai avvenuto e per questo ancor più affascinante, fra due miti del Novecento è veramente da consegnare agli annali. La voce da vecchio orco, sfuggita a ottant’anni di intemperanze, che rantola su sporadiche note malate di chitarra, sfuggite per celia a un muro di feedback… questa è magia. Le firme dei due protagonisti, stampate nel retro del vinile, contribuiscono a fare di questo disco un oggetto di culto per coloro che sono riusciti ad approdare presso le sponde del nuovo millennio. Agli altri resta la compagnia dei due protagonisti che oggi, magari, si sono realmente incontrati e stanno jammando di brutto. Il vecchio pervertito e l’angelo biondo. Ma levategli le armi di mano, sono entrambi pericolosi.