Lucky Leif And The Longships

“LUCKY LEIF AND THE LONGSHIPS”

autore: Robert Calvert

etichetta: United Artists

anno di pubblicazione: 1975

con: Robert Calvert, Paul Fraser Rudolph, Mike Nichols, Brian Turrington, Sal Maida, Andy Roberts, Michael Moorcock, Nik Turner, Simon House.

Questo disco inaugura l’epoca delle grandi produzioni di Brian Eno. L’autore è conosciuto soprattutto per essere stato il ‘Damo’ Suzuky degli Hawkwind, ed è un peccato che questi ‘non furono i Can’ perché Calvert non ha nulla da invidiare ai principali poeti che hanno attraversato le vicende della musica pop. Prendendo spunto dal viaggio del vikingo Leif The Lucky, che approdò in Leifkinghia (pardon… America) cinque secoli prima di Colombo, Calvert inventa alcune stralunate canzoni che devono molto al vecchio Syd Barrett, ma hanno anche un buon contraltare in Taking Tiger Mountain (By Strategy) dello stesso Eno, e rappresentano un allucinato trip musicale nel Nuovo Continente, con partenza e ritorno presso strutture rock più tipicamente anni ’70 (Ship Of Fools e Ragna Rock). L’odissea di Robert inizia in stile beach californiano con The Lay Of The Surfers, a cui fanno seguito lo splendido folk Voyaging To Vinland, la  visionaria ballata Brave New World, il nervoso blues Magical Potion e il countraccio Moonshine In The Mountains. Nella cantilenante Storm Chant Of The Skraelings sembra addirittura di sentire un anteprima di ciò che saranno i Virgin Prunes mentre lo stile jazzy di Volstead O Vodeo Do è attribuito ai presunti Whispering “Rude-boy” Broomfield and the Anti-Prohibition Jazz Sinfonia of Chicago (secondo la postilla sarebbe addirittura stato registrato la notte del loro assassinio: 17 Aprile 1928). C’è pure spazio per la poesia e per un’affascinante acrobazia fra le onde radio: The Making Of Midgard, che possiamo vedere come un omaggio alla beat generation, e Phase Locked Loop, inattesa escursione nei meandri della sperimentazione contemporanea. Un disco da riscoprire.