“We Are All Prostitutes / Amnesty Report”
autore: Pop Group
etichetta: Rough Trade
anno di pubblicazione: 1979
con: John Waddington, Mark Stewart, Gareth Sager, Dan Catsis, Bruce Smith, Tristan Honsinger.
“We are all prostitutes / Everyone has their price / And you too will learn /To live the lie / Aggression / Competition / Ambition / Consumer fascism /Capitalism is the most barbaric of all religions / Department stores are our new cathedrals / Our Cars are Martyrs to the cause / We are all prostitutes / Our children shall rise up against us / Because we are the ones to blame / WE are the ones to blame / They will give us a new name / We shall be / Hypocrites Hypocrites Hypocrites”. Sulle note dissonanti del violoncello di Tristan Honsinger – improvvisatore e busker di provata follia – e su un ritmo funk selvaggio, la voce di Mark Stewart canta/declama/urla/vomita le parole “siamo tutti prostitute, ognuno paga il suo prezzo…”. Questo l’attacco di We Are All Prostitutes, una delle più grandi canzoni di sempre, pubblicata come secondo singolo del (non proprio popolare) gruppo inglese. Amnesty Report, sul lato B, ripropone quella stessa miscela di punk, free jazz e funk che portò a individuare nel Pop Group, giustamente, il portavoce inglese dell’estetica no wave. Nonostante due imperdibili LP, Y e For How Much Longer, il primo lato di questo singolo è impareggiabile sia per lo straordinario testo che per la (im)perfezione formale che lo mette al sicuro da ogni omologazione; e, a proposito di imperdibili, è inevitabile segnalare anche l’esordio solista di Mark Stewart, pubblicato per ON.U Sound e intitolato Learning To Cope With Cowardige. We Are All Prostitutes è stato recentemente incluso in una discutibile raccolta eponima che purtroppo è al momento l’unico sistema che avete per metterci sopra le mani a un prezzo decente. Se fossi in voi ne approfitterei.