(Friendly 2003)
Ma che bello il rock! Finalmente qualcuno che non si preoccupa di voler assomigliare al modello di turno, che se ne infischia di suonare post-rock (ambito davvero saturo ormai) o qualsiasi altro genere precisamente circoscritto. Finalmente qualcuno che aggredisce sul serio, e che suona rock nel vero senso del termine. I Vel che provengono da Jesi (An), ma che in realtà sembrano arrivare da Marte, sono autori di un rock deviato e sanguigno a base di chitarre acide, ritmi sostenuti e urli degni del Mark Arm più scatenato. L’attitudine puramente anarchica, un po’ punk, un po’ free, non lontana da gruppi “altri” come Old Time Relijun o Arab On Radar è l’aspetto che più caratterizza l’anima del gruppo, anche se il cadavere dei Vel è chiaramente infestato dai “germi” degli Afterhours, tanto nella musica quanto nei testi allucinatissimi.
I Vel sono una ventata d’aria fresca nel panorama underground italiano, e vanno sentiti. E se non volete credere a me, credete almeno a un uomo d’esperienza come Fabio Magistrali che ha registrato il disco.
Voto: 8
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