“OP STAP”
autore: Maarten Altena Quartet
etichetta: Claxon
anno di pubblicazione: 1980
con: Maarten van Regteren Altena, Maurice Horsthuis, Maud Sauer, Paul Termos.
Per risalire all’idea di musica improvvisata da camera bisogna andare indietro negli anni, tuttavia questo disco ne rappresenta una delle più felici personificazioni e si affaccia su un futuro che ha visto tale forma espressiva diffondersi a macchia d’olio fino a diventare opzione prevalente all’interno del panorama contemporaneo. Il quartetto riunito da Altena, consumatosi nell’arco di una breve stagione (e di due dischi, il secondo venne registrato durante un ottimo concerto in quel di Pisa), bilanciava con precisione assoluta archi e fiati, captando elementi inusuali al suo ambiente quali viola e oboe. Quello che un ascolto superficiale può far apparire come un disco morigerato è in realtà opera corrosiva, a causa del sarcasmo che racchiude – esarcebato nei concerti dalle esibizioni teatralmente sferzanti tipiche di Altena – e di un’esposizione che tende ad accidentare il materiale con ripetuti scivoloni nella dissonanza. Immersione totale, quindi, nel corpus di quella scuola olandese che con Willem Breuker, Han Bennink e Misha Mengelberg in testa, non è certo stata parca di talenti. Comunque, se non fosse per quel fondo di divertissement, di poco seriosa atmosfera e di irrispettoso scherno, il disco potrebbe anche essere uscito dai meandri di una corte ottocentesca. Fra marcette, minuetti, tanghi e altre amenità, il leader concede anche una delle sue celebri gag, quella del (The) Young Cigar il cui lamento è reso veritiero da una tangibile scatola per sigari sfregata con l’archetto. Altena si accaparra, a livello compositivo, le azioni di maggioranza, ma v’è comunque un piccolo spazio riservato a tutti i comprimari che, alternandosi, firmano piccoli gioielli come Hendrik-Jan, Vivace, 7-over e Backyard Desert.