(Wallace Records 2003)
Tasaday conferma il suo stato di snodo creativo imprescindibile nell’anoressico
panorama musicale italiano, se non bastavano i tanti anni trascorsi nell’underground
più oscuro a confermarci questo punto forse il progetto in questione potrebbe
definitivamente far cambiare idea a più di uno scettico nei confronti della
spinosa ed irsuta creatura battezzata Tasaday.
“Kaspar Project” è opera che idealmente prende forma nel 2002
coinvolgendo personaggi sparsi per il mondo indifferentemente dall’essere musicisti
o meno che hanno donato il loro contributo audio al quale poi Tasaday ha rimesso
mano stratificandoli ed amalgamandoli nel consueto tratto scabroso che contraddistingue
da anni la formazione. Ma si è anche voluto andar oltre nel progetto in
questione, si è pensato di spezzare la catena produttiva che comporta il
costo talvolta assurdo di certe opere, si è deciso di tramutare i fruitori
dell’opera in produttori della stessa coinvolgendoli nel percorso realizzativo
che porta l’idea base ad essere supporto di silicio dai tratti argentati(il cd
detto in termini più palesemente cristiani!).
I partecipanti hanno dato una quota finendo nel nutrito manipolo di produttori
di “Kaspar Project” ricevendo copia del lavoro ultimato non potendo
comprare che un massimo di 10 copie dello stesso impedendo in questa maniera la
monopolizzazzione del prodotto da parte di un’unico distributore potenziale.
La Wallace da parte sua ha aderito inserendolo nel proprio catalogo con il simpatico
numero 36 ma in realtà la tiratura limitata del cd è equivalente
a quelle prenotate al prezzo di costo dai novelli produttori. Ma niente paura;
il cd è interamente scaricabile in formato mp3 e ne consegue che il costo
di un cd scaricato con tanto di bellina fotocopia della copertina equivalga in
pratica alla quota versata dai sostenitori del progetto.
Ed ora largo alla parte puramente artistica, dicevo prima nel mezzo del mio incasinato
commentare la genesi dell’opera di come la parte musicale viva di contributi sparsi
e ciò potrebbe dare l’idea errata di un’informe massa sonora, per l’appunto
potrebbe in quanto cosi non si rivela essere.
Tasaday è infatti un’organismo mutante che riesce ad inglobare in maniera
assolutamente stupefacente ogni tipo di espressione avendo continuamente a che
fare con la ristruttrazione del quotidiano e la voce che segna lo start
ci recita: Più mi allontano e più mi avvicino, più mi
allontano e più mi avvicino, poi un’attimo d’ombra ed il sole all’improvviso….
Perfetto, ma sul serio, ombrosa ed evocativa sublime scivolo prima dello scontro
frontale robotico di Non Ho Ancora Veramente Capito che assolutamente prima
colpisce e poi si scioglie in un maroso che pare di drones ed invece si
rivela esser metronomico strazio quasi post punk.
Bagliori industrial che paiono dei Residents al rallentatore possiedono
la struttura sibillina di Riuscirò Meglio a Capire Le Cose giusto
quel tanto che basta per prepararti a quella vertigine chiaro-scura che si rivela
essere Prima Ho Visto Il Mare dove un’inquietante fondale atmosferico viene
stuprato da una battuta che se non fossero i Tasaday potremmo anche definire trip-hop
mentre dietro l’angolo si annida uno scombinato fantasma di brano avant
con struttura ondivaga e batteria in primo piano. In Come Fanno Nelle Processioni
si annida forse il momento più intenso dell’opera con lento fluire
di scenari acquatici che vengono smossi da impercettibili concretismi looppati
che s’increspano di vibrazioni aliene in una manciata di minuti irripetibili e
difficilmente udibili dalle nostre parti come altrettanto ribadisce il soffuso
avant screziato di raggi lunari di E In Cima C’era La Morte.
Tasaday detta legge, forse ascoltata da pochi, eppur sempre legge; con la quale
prima o poi bisognerà fare i conti tralasciando per un’istante il concetto
di stabilità che regna fra un respiro e l’altro.
Scaricatelo assolutamente…..
Voto: 8
Link correlati:www.tasaday.it