“GOD BLESS THE RED KRAYOLA AND ALL WHO SAIL WITH IT”
autore: Red Krayola
etichetta: International Artists
anno di pubblicazione: 1968
con: Mayo Thompson, Steve Cunningham, Tommy Smith, Mary, Sue, Dotty, Pat, Barbara, Elaine, Carolyn, Candy.
Fra il disco d’esordio The Parable Of Arable Land e questo secondo capitolo, ai Red Crayola succedono svariate cose: dal cambio del nome (imposto dalla Crayla produttrice di pennarelli e matite), all’abbandono di Rick Barthelme, alla stesura di forme estreme quali i One-Second Piece (pubblicati solo nel 1994), alla collaborazione con John Fahey e Joseph Byrd degli United States Of America. Alle ire della Crayola fa forse riferimento la prima parte del titolo, al dimissionario batterista la seconda e ai pezzi da un secondo l’uno l’estrema concisione di queste nuove composizioni. God Bless The Red Krayola And All Who Sail With It è infatti suddiviso in 20 quadretti di scarna poesia naif, fra le cui pieghe è possibile già scorgere quella sana ironia che accompagnerà le seguenti uscite della band quando, ormai ridotta solo a copertura per l’ego di Mayo, si ripresenterà in epoca new wave e continuerà la sua attività, a fasi alterne e dopo essersi trasferita in quel di Chicago dove arruolerà collaboratori come Grubbs, O’Rourke e McEntire, fino ai nostri giorni. Fra jazz primordiali, marcette, rock’n’roll, echi cabarettistici, canti a cappella, scampoli free, filastrocche, escursioni nella sperimentazione contemporanea, richiami al folk e rimasugli di malata psichedelia si consuma il capitolo finale della loro permanenza texana e si annuncia il lungo esilio europeo, che giungerà dopo Corky’s Debt To His Father (1970) da Mayo Thompson a proprio nome. Il gruppo seppe miscelare visionarietà, rumore, sperimentazione e tradizioni come pochi altri. Non è un caso se, nel corso degli anni, tipi come Pere Ubu, Spacemen 3, Galaxie 500 e Gastr Del Sol si sono dichiarati loro debitori.