(Sonig-Wide 2003)
Rieccoci nell’affollato universo dei suoni digitali di Colonia con il terzo album di Vert, al secolo Adam Butler, in questo momento tra i nomi più affidabili del roaster Sonig. Si parla di un suono al solito cerebrale, non esattamente indicato per ascolti a cuor leggero ma del resto le cose della Sonig non sono mai state immediatamente approcciabili, per lo meno non prima di 2 – 3 ascolti almeno. Di contro questo è un disco che nasconde una buona padronanza degli elementi ritmici, tesori di dissonanti melodie malinconiche, dilatazioni e architetture digitali davvero sopra le righe. Tanti colori quindi, tanti umori, tanti abitanti. Elettronica organica, dal volto umano, dove spesso è il piano a farla da padrone, quasi un marchio di fabbrica per Vert, un piano manipolato, distorto, straniante. I frequentatori delle coordinate elettroacustiche di Colonia apprezzeranno appieno.
Voto: 7
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