(Splasc(h) rec. 2003)
William Parker è un altro che una ne pensa e cento ne fa. Guai se non fosse così perché altrimenti il panorama jazz attuale sarebbe un po’ più triste di come lo conosciamo adesso.
In questa occasione ritorna in pista con l’esperienza del collettivo, dell’Orchestra, sulla scia dei gran ensamble di Alan Silva & Celestial Communication Orchestra e della Globe Unity.
“Integrazione” è da sempre la parola d’ordine della Little Heuy Creative Music Orchestra e anche in questo lavoro (che esce per l’italiana Splasc(h) records) è l’elemento caratterizzante. Integrazione di razze, culture, stili, strumenti, personalità, modi di intendere il jazz. L’impatto è spettacolare. Più linee guida all’interno del collettivo, a suo volta suddiviso in sotto-ensamble, sviluppano differenti modi di affrontare il tema deciso dal direttore d’orchestra; si scontrano, si sovrappongono e si danno il cambio fino a ricongiursi magicamente nel momento in cui si arriva al cuore di queste due lunghe improvvisazioni; spasmi dissonanti si integrano con più compiuti fraseggi strumentali. Il resto, in pieno spirito free, è di appannaggio delle singole libere interpretazioni. Ne esce fuori un suono debordante, un caos (quasi) controllato che si eregge a wall of sound, tale da non lasciare la minima possibilità all’inserimento di quelle splendide voci soul femminili presenti nei precedenti lavori della Little Huey C. M. O.. Ancora una volta impagabile.
Voto: 8
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