(Amanita Records 2003)
Act è un simpatico terrorista sonoro con un discreto passato in formazioni
hardcore e noise francesi in veste di chitarrista e bassista.
Questo suo lavoro solista lo vede alle prese con una miscela talvolta pienamente
riuscita di ritmi e lente progressioni umorali che si ricollegano spesso ad alcune
cupe visioni di scuola Rapoon. Piace ed affascina l’accostamento talvolta
insistito di certe progressioni ritmiche quasi drum e bass a fondali opachi
e tremolanti (ben calibrato in questo caso Nobody con il suo stralunato
incedere), spesso poi riaffiorano in superficie le antiche sedimentazioni di chiaro
stampo noise sotto forma di chitarre e bassi distorti che ricordano stranamente
gli antichi e sottovalutati Young Gods ed ancor più spesso s’intravede
una struttura che tende fortemente ad imparentarsi con scanzioni ritmiche di stampo
quasi jazz avvicinando definitivamente il tutto alle migliori sperimentazioni
dei Tone Rec.
La tortuosa strada intrapresa non è comunque avara di notevoli picchiate
di gusto, l’ansia comunicativa che si avverte costante talvolta sfocia spesso
in soluzioni stilistiche azzardate che rovinano il buono di tanti pezzi (è
il caso di Blotch dove un’ottimo inizio jazzato viene massacrato
nel finale senza pietà da un coro semi-operistico di cui preferisco
tacere), la carne messa al fuoco è veramente tanta e se non cotta bene
qualche problemino intestinale lo può anche dare…….
Quando la calibratura degli ingredienti funziona si generano piccoli mostriciattoli
sonori come Clear-Cut dove sembra di sentire una versione incattivita dai
troppi acidi degli Here o come nel caso di Fuel una possibile variante
di certe digressioni di casa Autechre, quando non funziona pare di assistere
agli ultimi spasmi di certa body music con il conseguente mal di palle
che ne può seguire.
Sicuramente in crescita, per il futuro non c’è certezza ma dire che a livello
istintivo ci ha ricordato i Flour è forse una cattiveria?
Voto: 6
Link correlati:www.amanitarecords.com