(Psychotica Records)
Seconda uscita per la neonata etichetta di Taranto, la Psychotica Records, che dopo l’esordio dei Logan se ne esce adesso con un spaccato noise-post-math-rock sulla situazione italiana ma non solo. Arricchiscono infatti il quadro anche una manciata di band straniere e una band “mista”. Iniziamo l’escursus registrando, innanzitutto, la presenza dei grandi Zu con un pezzo, per me, inedito che brilla per gli intrecci tra chitarra e sax e che si confermano come la band stellare che conosciamo ormai da tempo. Il resto della scaletta vede poi la presenza di gruppi affermati accanto a nuove leve. Tra i più popolari sicuramente i Bellini (anche se, a mio avviso, di molto inferiori rispetto ai loro gruppi madre), band formata da Agostino e Giovanna degli Uzeda e Damon Che ( Don Caballero, Speaking Canaries, ma c’è davvero qualcuno che non lo conosce? ), quest’ultimo però già dimissionario, con un pezzo math-rock dei loro (vabbè, ma quando ritornano gli Uzeda? ). Seguono gli shellacchiani Jasminshock, sicuramente tra i migliori gruppi che abbiamo in Italia nel genere; notevoli i Twig Infection, tra GvsB e la no-wave. A questo punto una considerazione: il suono comunemente detto post-rock e in particolare quello “alla Shellac” ha attecchito davvero moltissimo in Italia; non ho prove certe ma scommetterei che siamo uno dei paesi che vanta il maggior numero di band nate sotto la loro influenza. Qui ce n’è una buona rappresentanza, a ognuno spetta poi decidere, in base alle proprie aspettative, sul rapporto originalità/qualità. Per quanto mi riguarda, i pezzi sono tutti molto ben fatti e alcuni anche eccellenti; tra questi ultimi mi preme sottolineare il noise’ n’ roll (e mai definizione fu più azzeccata) degli Edible Woman, sicuramente tra i più coinvolgenti del lotto, complice anche la presenza di un Sax assassino, l’ottimo jazz-rock in stile Knitting Factory dei Comfort, la new wave cupa dei Generoso Gallina; ancora il noise puro di Logan e Beirut, quello post-hardcore dei Spriggan e quello sgembo dei Lillayell. Spicca, per l’originalità della proposta, il sound vagamente kraut dei siciliani H.C-B., uno dei più validi gruppi che possiamo vantare.
Tra le seconde linee troviamo il post rock alla mogwai dei Proteus 911 con uno dei loro cavalli di battaglia, le influenze funk sulla struttura noise dei Ceke, il duo basso/batteria ( non vorrei sbagliare.. ) dei Koi ( i Zu hanno già figliato?), il noise tutto stop & go dei Theramin e quello più rock dei Monotorakiki.
E’ veniamo agli ospiti stranieri: interessanti gli americani The Placet The, con voce delirante, parti strumentali reiterate al limite e un pizzico di tastiere che non guastano; convincenti sotto tutti i punti di vista i Daemien Frost che fanno gli Oneida della situazione; molto new wave e un po’ troppo derivativi gli inglesi Querelle.
Nell’intento e nello spirito questa compilation mi ha ricordato la celebre “Tracce” (anche nel titolo si può trovare un riferimento) pubblicata dalla Wallace nel 1999; una raccolta che ha fatto epoca e di cui questa si potrebbe considerare come un aggiornamento, una sorta di appendice. Alcuni di quei gruppi sono scomparsi, altri hanno semplicemente spaccato il culo a tutti. L’augurio è che anche “Fragments” come il suo predecessore ci regali delle band dal futuro glorioso.
Voto: 8
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Autore: agguato@hotmail.com