La vita, l’arte, il senso
L’autore di questo libro è unanimemente considerato uno dei più grandi pianisti viventi, se non il più grande; le sue produzioni in disco sono degli evergreen delle classifiche musicale non solo di genere specialistico. La persona/essere umano invece non era (parliamo al passato) molto conosciuta, non era stato tentato uno studio condotto con il nostro su se stesso per farci capire chi è l’uomo dietro la tastiera. Finalmente qualcosa si è verificato nel mondo dell’editoria e per cause atipiche quali la dedizione di questa piccola ma lungimirante casa editrice, Edizioni Socrates ci troviamo tra le mani questo ‘Il Mio Desiderio Feroce’, uscito qualche tempo fa ma opera senza tempo, come solo i classici sanno essere. Il motivo di ciò è semplice: nelle pagine che si alternano a bellissime foto Jarrett, magicamente condotto nei meandri della sua vita e del suo pensiero da Kunihiko Yamashita che lo guida lasciandolo libero di parlare di se senza forzare il flusso di parole/coscienza, ci apre al suo mondo e al suo vissuto raccontando degli esordi alla tastiera, il suo amore/curiosità per il jazz e non solo che lo porta a suonare con Art Blackey, assimilare tutto quello che gli serve e andarsene verso altri lidi quali Charles Lloyd, passando per Miles Davis, creando un suo quartetto di allstars fino a creare/definire lo stile del concerto in piano solo. Ma questa è solo una parte del discorso, che continua e si integra con il suo pensiero sulla musica e i musicisti; il nostro parla piacevolmente, anzi rigrazia Yamashita perché per una fortunosa ragione gli pone le domande che Jarrett stesso avrebbe voluto rispondersi; analizza la sua passione/desiderio feroce per ciò che suona/sente, da dentro il suo io con tranquillità e spirito critico raro, come di qualcuno che sta facendo il punto sulla sua vita; spiega il suo rapporto con il pensiero di Gurdjeff che ha influenzato/guidato il suo suonare e i concerti in solo, intesi da Jarrett come degli incontri tra iniziati inconsapevoli guidati da un mago pronto a risvegliarli dal loro torpore e farli rinascere e nuova vita. Questo e quest’altro e quest’altro ancora, ogni volta la lettura e rilettura ci svela cose, concetti che non avevamo notato prima, in continua progressione e avvicinamento a qualcosa di indefinito, forse il risveglio tanto involontariamente agognato. Senza mezzi termini: un classico.
Marco Paolucci