(Erosha 2003)
Jazz, etnica, avanguardia, musique concrète, cabaret, teatro di strada, fusion… Sembrano non esserci confini per la Compagnia d’Arte Drummatica, quintetto di bizzarri musicisti emiliani dediti a una ricerca a tutto tondo in campo musicale con una speciale predilezione per gli aspetti percussivi. Indubbiamente questo ensemble dà il meglio di sé in una dimensione live nella quale è possibile apprezzare tutto l’armamentario di oggetti, giocattoli e cianfrusaglie di cui amano circondarsi. Ma anche in studio fanno la loro figura.
Terzo album sulla lunga distanza, dopo ‘Copyone’ e ‘Carbon Copy’, ‘Oufti’ vede un gruppo molto più maturo da un punto di vista esecutivo, un gruppo che abbandona progressivamente l’improvvisazione in favore di brani molto più studiati e complessi. Ma mentre i precedenti episodi mettevano in primo piano le percussioni eclettiche, ‘Oufti’ si assesta su di un’impronta jazz molto forte che non sempre riesce a colpire come dovrebbe. Sono soprattutto i fiati a riprendere una tradizione consolidata che stride con l’anelito sperimentale degli altri musicisti.
Un brano particolarmente significativo in questo senso è la lunga Bydgoszczecin. L’inizio è eccellentemente spartito tra un ritmo drum ‘n’ bass, un calibrato pianoforte e strumenti impropri come i tubi flessibili da elettricista; il finale si invola in una corsa a rotta di collo tra una batteria sferragliante e un organo lounge anni 70; tra queste due parti si situa un intermezzo dominato da tromba e clarino che, per quanto apprezzabile da un appassionato di jazz, sembra troppo convenzionale in rapporto al piglio espressivo generale.
Sono infatti i brani più eccentrici a suscitare le migliori sensazioni. L’inizio, ad esempio è ottimo, con Udan Mas che riprende atmosfere di tipo orientale e Sul ciglio della strada che fa tesoro di un intermezzo di clacson e una citazione demenziale di Bob Marley cantato da una scolaresca. E comunque, ad eccezione di un paio di parentesi eccessivamente ridondanti (Il Diavolo Sta Nei Dettagli, Le Paradis Des Autres) il cd si lascia ascoltare per gran parte della sua durata e proietta nel panorama della musica di ricerca italiana un gruppo che farà ancora parlare di sé.
Voto: 6
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Autore: max@rockit.it