(Music Boom/Audioglobe 2003)
Il “webmagazine” musicale “MusicbOOm” ha deciso di celebrare il “restyling” del proprio sito elaborando e realizzando una compilazione – disponibile in “free download”; i brani sono presenti sulle pagine del sito dal 28 novembre fino al 28 febbraio 2004 e sarà possibile scaricare anche il materiale grafico del progetto, realizzato da Massimo Giacon – basata su canzoni estrapolate dall’imponente produzione dei Beatles e sottoposte a trattamenti vari da ventidue realtà della musica italiana di questi anni.
L’accostamento a brani di così alta levatura propone problematiche e vantaggi in misura quasi eguale: alla indubbia difficoltà di approccio di materiali così intimamente metabolizzati dalle nostre orecchie musicali si contrappone la possibilità – soprattutto per chi ha alle spalle idee, preparazione e personalità – di sviluppare strade eterodosse contando già su di una eccellente base di partenza. Nel particolare caso di questo “Let It BOOm”, ciò che risalta è il buon livello medio dei gruppi partecipanti (a prescindere dai gusti personali e dai diversi stili musicali presenti; ciò rende la raccolta francamente godibile nella sua interezza), con alcune punte di eccellenza che chi scrive tenterà di elencare per prime. Innanzitutto, non si può non partire dalla “doppietta traccia 8-traccia9”, affidate rispettivamente ai Perturbazione (Yesterday) e ai Jennifer Gentle (Blue Jay Way, una canzone composta da George Harrison, omaggiato/reinterpretato anche dai folli Tottemo Godzilla Riders di Piggies): tanto i primi riescono ad uscire a testa alta da un “confronto pop” di altissimo livello, tanto i secondi riescono ad evocare fantasmi oscuri confermando la loro fama di band fuori dagli schemi. Poi non si possono trascurare le riletture di I’m So Tired e She Loves You, rispettivamente realizzate dai Laundrette (concentrati, sbilenchi e tirati) e dai Milaus (dilatati e raffinati, con quelle chitarre sofferte…). Inoltre non si possono tralasciare le revisioni elettroniche di A Day In The Life ad opera di Paolo Bragaglia feat. Lorenzo Castiglioni (suoni organici e clangori alla Pankow) e di Fixing A Hole dei Maisie (con la Cinzia La Fauci che sembra Laura Betti e Alberto Scotti che fa la parte di tutti i Kraftwerk!). Infine non si può ignorare la personalità dei Joe Leaman nello stravolgere And Your Bird Can Sing, così come l’irriverenza salutare dei Mariposa nello sminuzzare Ob-La-Di, Ob-La-Da per ricucirla con i panni degli Oliver Onions.
Una menzione la meritano anche gli altri: quelli più vicini alle nozioni del “pop” raffinato (gli es con She’s Leaving Home, i Beat Babol alle prese con l’abbozzo lennoniano What’s the New Mary Jane), quelli più accostabili ai modi del cosiddetto “indie” (gli A Toys Orchestra con I Am The Walrus, gli Zabrisky con Norwegian Wood, gli Slumber con Penny Lane), quelli rozzamente classificabili sotto la voce “rock” (i Babalot con la succinta versione di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, gli Helvetica di Eleanor Rigby, la “solista” Lara Martelli con una versione dal vivo di Across The Universe, i Revolver di Because), quelli che amano il “noir” (i tenebrosi Bartok di Happiness Is A Warm Gun) e quelli che la “fanno strana” (il “pastiche” architettato dai Caravane De Ville con Hey Bulldog, addirittura le pulsioni anni Ottanta espresse dai TBH nell’altra versione di Penny Lane). In conclusione, un minestrone ricco e per nulla indigesto: un buon modo di festeggiare per “MusicbOOm”.
Voto: 7
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