(Raving records, 2003)
Dopo il buon primo disco, di rock sul versante post, pubblicato dall’americana Scenester, ritorna l’ora sestetto, di casa a Bologna, dei Caboto con la seconda prova ufficiale per la Raving Records di Pisa. Cosa cambia e cosa troviamo di nuovo in questo “Did you get visuals?”?
Innanzitutto che quel jazz elettrico presente anche nel precedente “Nauta” fa adesso la parte del leone prendendo il sopravvento sulla quasi totalità del lavoro. La musica in questione nasce da sessioni improvvisate (di cui il gruppo ci offre un interessantissimo resoconto sul proprio sito) in seguito elaborate e assemblate e che hanno dato vita a una serie di suite, molto ben costruite e ingegnate. Si parte benissimo con le asperità di Room 237 che vanno a confluire in atmosfere Davisiane dalla pulizia cristallina. Il Motornik alla Tortoise scandisce invece Cat and bell, dalle intricate intelaiature post. Atmosfere oniriche, un altro tema del disco, sono presenti in Fly Chinese e Pharoah, music from a further door vicini agli ultimi Him. Ottimi gli inframmezzi che spezzano le atmosfere: il solo ai fiati di Upset appearence of the hidden curl, il duetto piano-sax di Lassi Bang e il frammento industrial diGot near. In pratica la sola nota negativa potrebbe essere rappresentata dall’eccessiva limpidezza del suono e dai flirt con il jazz elettrico, spesso sull’orlo della fusion, (vedere la conclusiva Cactus Transistor che ben fotografa le due situazioni), non a caso il suono non delude nei momenti più fisici e acidi. Per chi volesse approfondire questo aspetto rimando alle già accennate session del disco, intitolate freeboto, con ottimi spunti per gli amanti dell’improvvisazione. Il risultato finale è, comunque, piuttosto convincente e i Caboto sono un gruppo da esportare ancora una volta, sicuro dei proprio mezzi e che può dare ancora parecchio in futuro.
Voto: 8
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Autore: agguato@hotmail.com