(Kool Arrow Records/Goodfellas 2003)
In effetti l’album dei Flattbush è uno che ti induce facilmente in errore. Leggendo diverse informazioni sulla band (per metà filippina), ovvero di come vogliono far ‘risorgere’ una band rock filippina dallo stesso nome degli anni ’60 scomparsa troppo in fretta, il paragone con certo punk di provenienza AF Records è quasi automatico. E qui sta l’errore, i quattro non sono fortunatamente così prevedibili.
Piuttosto in questo album di debutto ci presentano un interessante miscuglio di punk con pizzichi di metal e rock, abbastanza originale e ben suonato che riesce davvero a tenere sveglia l’attenzione. I quattro mantengono la rabbia a livelli piuttosto alti in tutti i pezzi; interessante notare poi come certe volte sono tentati dal cadere nell’orecchiabilità pura (Question Authority) ma poi ci ripensano mettendo insieme pezzi incazzatissimi, a tratti hardcore/grind (Foxhole,Napalm).
I testi sono palesemente anti-america, contro le armi, contro la guerra; spesso usano il filippino invece dell’inglese e devo dire che è un’idea apprezzabile, anche se magari una traduzione nel libretto di quei pezzi sarebbe stata utile.
La produzione separa ogni strumento in modo magistrale, non a caso è mixato da Billy Gould, dei Faith No More; basta sentire come in Gma Is A US-SOB in mezzo alla chitarra e alla batteria che spingono si riesce ad udire perfettamente anche il basso.
Insomma è un album di debutto talmente ambizioso e ben fatto, che viene naturale chiedersi se i Flattbush non meritino effettivamente di essere conosciuti molto di più, alla stregua di altri gruppi molto simili ma piuttosto inutili. Un’ascoltata gliela darei se fossi in voi.
Voto: 8
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