(City Centre Offices/Wide 2004)
La berlinese City Centre Offices e’ tra le label che meglio interpretano la nuova ondata di pop melodico ‘transgenico’, per la cronaca quello arricchito da suoni sintetici e nuove tecnologie digitali in genere. John Xela rappresenta il lato piu’ morbido e umano del progetto Yasume, duo di produttori sempre del roaster City Centre Offices, che qualche mese fa hanno messo a segno un ottimo album di melodica e atmosferica intelligent techno, tra i migliori dischi di quel genere dell’anno passato. L’esteta del suono tecnoacustico si ripropone ora sulla breve distanza con un progetto tutto suo e con un album che per il momento si piazza anch’esso ai vertici della mia personalissima pool dell’anno, non foss’altro che per quella sua particolarissima maniera di trattare la melodia, nel modo piu’ naturale possibile, catturando inesorabilmente l’attenzione in un percorso musicale che arriva dritto al cuore dell’ascoltatore senza mai inciampare in eccessive sdolcinatezze e banalita’ varie. Un capolavoro, a prima vista, questo Tangled Wool, il tempo poi ci dira’ la sua, letteralmente groviglio di lana, e gia’ il titolo informa su un certo calore e morbidezza insito nella sua musica. Le restanti parole chiave che vengono alla mente ai primi scioccanti approcci col disco sono fragilita’, delicatezza, malinconia ma anche una certa apertura propulsiva che ha un che di albeggiante, di tendente alla luce, per intenderci. Difficile davvero che la musica di Tangled Wool non vi tocchi in qualche maniera, 40 minuti divisi in 8 tracce per un soft-pop etereo e straniante che entra immediatamente in risonanza con la bella stagione, un concentrato di colori ed emozioni con suoni che hanno tutta la cura maniacale per i particolari e la pignoleria tecnica delle produzioni di casa City Centre Offices. Mettetevi comodi sulla vostra poltrona e aprite con fiducia la finestra del cuore, Xela e’ tra gli autori rivelazione di questi ultimi periodi.
Voto: 9
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