(Evolving Ear 2004)
Due lunghi brani ondivaghi compongono questa ottima seconda uscita degli americani
Psi; suoni che si dibattono fra quiete apparizioni concrete e slanci propulsivi
che viene la tentazione di definire blues per l’anima che queste poche
note stiracchiate e centellinate dimostrano di possedere nel fondo del loro cuore
di vetro.
L’oggettistica viene adoperata con arte sapiente che spesso rimanda ad evoluzioni
quasi di stampo esoterico, movimenti dosati e calibrati che avrebbero fatto
la gioia degli Psychic Tv si accompagnano ad atmosfere rarefatte e misteriose
nella loro insondabile bellezza quasi Java; poi ad un passo appena più
in là ecco giungere un sostenuto feedback di chitarra che riconduce il
tutto a ben più aspri paesaggi desertici.
Quel che si ottiene da questa strana mutazione è una sorta di Ry Cooder
santamente incazzato o forse la lezione di vecchi eroi rurali come il Reverend
Gary Davis filtrata dalle maglie nere di certa scuola Hardcore evoluta.
Autentica colonna sonora ideale per ipotetiche celebrazioni pagane al chiaro di
luna con una grazia ed una profondità d’interazione fra i singoli musicisti
che rapisce l’animo come poche altre.
Nel secondo tortuoso brano verso il decimo minuto si materializza come per incanto
uno squarcio mostruoso ed incestuoso fra aromi memori di certa scuola America
sonica e più astratti e carezzevoli afrori forse sognando quasi “In
A Silent Way”; l’onda di piena che segue spazza via tutto lasciandoci in dono
scorie e scarti che in un batter d’occhio si mangiano a colazione buona parte
delle produzioni attuali di settore.
Da ascoltare; ad ogni costo…..
Voto: 8
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