(Produzione Propria 2002)
Iniziando ad ascoltare “Frammenti Di Violenza Controllata” dei capitolini Kardia – un quartetto composto da Daniele Franzé (tastierista e cantante), Pietro Capriotti (chitarrista, occasionalmente bassista e voce di supporto), Paolo Alvano (cantante, bassista e occasionalmente chitarrista) e Alessandro Emberti (batteria e voce di supporto) – chi ha apprezzato i suoni della prima metà degli anni Ottanta avvertirà un colpo al cuore: nella iniziale Kubo si materializzano i fantasmi dei Litfiba di “Desaparecido” (specialmente del basso di Gianni Maroccolo e delle tastiere di Antonio Aiazzi; mentre fortunatamente la voce solista è immune dai vezzi/vizi di Piero Pelù), che proseguono a danzare nella successiva Nero (ma la chitarra già ha assunto toni della nostra fine secolo). Poi risulta notevole la doppia personalità di Brucia: metà incalzante e marziale teatrino alla Korn/Rammstein, metà solenne epicità alla Diaframma periodo “Siberia” (indicativi i versi “…questo è settembre, questo è il senso di morte/che alberga nei suoi “me stesso”/questo è il rimpianto, di ciò che non è mai stato/e non sarà domani ne mai…”). Le atmosfere gotiche prendono decisamente il sopravvento nella evocativa Trascendenza, canzone caratterizzata dal rispetto certosino ma non pedissequo di tutti i crismi “wave” (folate di tastiera “ghiacciata”, chitarre insieme presenti e lontane, soprattutto un basso imperioso), magari addizionato a reminescenze più “pesanti” (è una bestemmia sostenere che anche i Tiamat suonano così?).
Per concludere, vi sono Nenia e Ancora Lontano: che vanno a completare il quadro di un gruppo che farà la felicità degli appassionati dei generi e dei gruppi sopraccitati (e potrà farlo ancor di più magari eliminando qualche scoria Linkin’ Park, presente soprattutto nel cantato).
Voto: 6
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