(Pax Recordings 2004)
Dave Tucker per un brevissimo periodo (1980-1981) suona nei Fall, poi
inizia a cimentarsi nell’arte dell’improvvisazione e nel 1998 con i School
Of Velocity realizza l’ottimo “Homework” su Grob, in tempi ancor
più recenti collabora con personaggi di spicco della scuola di matrice
impro europea come John Butcher e Phil Milton. Nel 2001
compie il suo primo viaggio negli Stati Uniti dove viene coinvolto da Ernesto
Diaz–Infante a prestare le sue capacità in questo West Coast
Project che comprende oltre allo stesso Tucker alla chitarra elettrica e all’elettronica
ed a Diaz-Infante alla chitarra acustica i bravissimi Danielle DeGruttola
al cello, Damon Smith al double bass, Scott R. Looney al laptop
e Garth Powell alla batteria ed alle percussioni.
Tucker ringrazierà in numerose occasioni Diaz-Infante per avergli creato
ad hoc questo ensemble che esegue sue composizioni ed a ragioni da vendere nel
ringraziarlo.
I musicisti coinvolti dimostrano difatti una notevole carica emotiva e creativa
nell’assecondare l’estro delle composizioni di Tucker che si dibattono continuamente
su di un filo in perenne tensione fra atmosfere ora atonali e quasi immobili
e scorribande fragorose cariche di umori oscuri e sinistri. Fondamentale l’apporto
di Garth Powell alla batteria letteralmente bravissimo nel centellinare i battiti
lungo tutto il percorso preparando ad arte le attese che precedono le sfuriate
rumoriste (mai gratuite sia detto). Ma bravissimi sono da considerare tutti
gli interpreti coinvolti in questo lavoro, prezioso l’apporto del cello di DeGruttola
ed il basso di Smith nel donare alle partiture scenari profondi ed in perenne
movimento talora con aromi quasi Mingus.
Convince la scrittura per la capacità di sovrapporre strati su strati
di tensione senza mai scadere nel gratuito e nel sentito con inserti di chitarra
talvolta trattata come nel caso di Tien I-Iou estremamente ironica e
spiazzante nel contrasto fra le cupe armonie dark che animano il brano.
Nella successiva Mission Dolores assistiamo ad un’altro interessante
saggio sulla capacità obliqua della chitarra di Tucker che si distende
in maniera atonale lungo tutto il brano donandoci cupe rifrazioni di qualcosa
che una volta conoscevamo come rock (This Heat?).
Tutto molto bello e screziato di umori contrastanti; non lasciatevelo sfuggire.
Spendete due soldini da queste parti se vi capita……..
Voto: 8
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