(Demo 2004)
I senigalliesi Oginoknaus non sono certo dei novizi del panorama musicale marchigiano (più produttivo e ricco di quanto non si creda…): costituitisi nel 1999, nel 2001 hanno editato il demo autoprodotto “Stereofonia ?” – di cui in questa ultima produzione si riprende il fragoroso pezzo “quasi-strumentale” Gay Pride, in una nuova versione – che li mostrava alle prese con quattro credibili aggiornamenti del suono di Slint e Mogwai.
Le undici tracce di recente arrivate a Kathodik – realizzate con l’ausilio della RedHouseRecordings del concittadino David Lenci – testimoniano che Francesco Landi (chitarra/voce), Corrado Bellucci (basso/voce) e Giorgio Oroni (batteria) hanno parzialmente dirottato quei dilatati “mood” chitarristici in una più attenta forma canzone, che fa tesoro creativo delle esperienze di Sonic Youth e June of 44 (sentire Diy), ma anche degli Ulan Bator (sentire Trompe La Mort) e persino di certe cadenze “wave” (London Is Mine). Invero, la valenza maggiore di queste registrazioni risiede nell’alto pregio dei brani, testimonianze lampanti di una capacità di scrittura complessivamente di sicuro livello (testimoniata in particolar modo dal trittico iniziale Morning Coffe + Table, biascicato e cadenzato rock del XXI secolo, Kirby romantica ipotesi “pavementiana”, My Private Summer, vicina alla gioventù sonica di “Dirty” come alle reiterazioni “mat(h)ematiche”); in un momento in cui dall’ambito cosiddetto “indie-rock” – anche e soprattutto dal modo anglosassone – arrivano CD ricchi di ottimi suoni, ma poveri di brani interessanti gli Oginoknaus mostrano di avere le carte in regola – dopo un congruo lavoro di promozione e produzione: ma qui si apre il punto dolente della situazione discografica peninsulare, con i suoi troppi buchi neri… – per ottenere riscontri di pubblico e critica.
Voto: 7
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