Quattro chiacchiere coi quattro ragazzi fanesi, sulla scia dell’entusiasmo per il debutto su Psychotica: “SPARE ME/calf”.
Le numerose e meritate lodi che “SPARE ME/calf” degli Edible Woman – abbondantemente recensito anche sulle “colonne virtuali” di Kathodik – sta riscuotendo da parte delle orecchie più avvertite della penisola (e non solo) ci ha spinto a rivolgere ai quattro musicisti questo delirante questionario, a cui hanno avuto il coraggio di rispondere…
1) Per iniziare, una richiesta molto originale: presentatevi!
Ciao siamo Luca, Andrea, Nicola e lui è Giacomo, piacere!
2) Da quali esperienze – sonore e non – nasce il suono degli Edible Woman?
3) Come è avvenuto l’incontro con David Lenci?
Noi abbiamo spedito un demo, che è piaciuto a David e agli altri dello studio, ci hanno contattato per una coproduzione e ci siamo chiusi in studio per una settimana. I pezzi sono stati registrati live con poche sovraincisioni. Lenci fuma molto, dorme poco, adora lavorare di notte…una presenza fondamentale per le sue capacità in studio, ma anche spettrale e discreta. Insomma è stata un’ottima esperienza.
4) Come siete venuti in contatto con la Psychotica Records (garanzia di qualità)?
Attraverso una seduta medianica, i nostri spiriti affini si sono incontrati molto prima di conoscerci carnalmente. Li abbiamo incontrati personalmente solo in occasione del nostro piccolo tour in Puglia. Sono degli esseri umani buonissimi e stanno facendo un ottimo lavoro con la loro etichetta.
5) Gli Edible Woman sembrano essere un gruppo che dà il meglio di sé – anche per il “genere” affrontato – nei concerti; nello stesso tempo “SPARE ME/calf” è un cd “di studio” molto convincente. Come avete lavorato in sala di registrazione?
Abbiamo accordato e fatto i suoni per due giorni, poi due giorni per le incisioni e infine il resto del tempo è stato dedicato al missaggio. Era la prima volta che lavoravamo in uno studio di quei livelli e registrare in presa diretta ci è sembrata la scelta più logica. Per i prossimi lavori però vorremmo incidere anche più sax, piano e mille altre dolcissime chitarre.
6) Entrando di più nel particolare, chi suona il sassofono in Five Minute Later ?
Il sax lo suona Jacopo, un giovane pianista. Ogni tanto suona con noi dal vivo; nell’ultimo concerto che abbiamo fatto ha suonato il synth in una nuova canzone piena di pathos e accordi minori. E’ un bravo musicista.
7) Suspicious e My teen heart-throb mi hanno riportato alla mente – per la rabbia, non certo per le sonorità – i Nirvana di “Beach” ed “In Utero”; è un “sentire” che apprezzate o rifiutate?
E’ un gruppo che, come tutti, abbiamo ascoltato molto e questa associazione ci lusinga, ma non abbiamo mai pensato a loro in relazione alla nostra musica. Forse, come loro, anche noi in questo disco abbiamo suonato pezzi veloci, urlati, ma anche melodici.
8) Brani come Into Trouble e Toss presentano vigorosi, ancorché perversi, spunti melodici: che rapporti avete con la cantabilità e l’immediatezza, anche nella storia del “rock” e del “pop”?
Toss e Into trouble sono canzoni molto vicine al nostro vero ph…non nascono dal ritmo come gli altri pezzi del disco, ma dalla melodia che li caratterizza. Solo successivamente abbiamo cercato di renderle più “groovy”. Sono pezzi che si prestano anche ad una reinterpretazione dal vivo, soprattutto Toss, visto che Into Trouble è un inno. Siamo comunque interessatissimi a scrivere pop songs. NOI SIAMO UN GRUPPO POP!
9) In questo periodo pare ritornare in auge il rock’n’roll. Come vi rapportate con questa “tendenza”, dal momento che vi vengono attribuite forti radici nell’attitudine sopraccitata?
Stiamo ascoltando molti dischi soul o vecchi dischi rock e pop, ma anche tantissima techno; in effetti nessuno di noi ascolta gruppi di “nuovo rock’n’roll” e ci pare anche di essere abbastanza lontani dai loro risultati…noi siamo più ostici e questo si evince da come reagiscono le persone all’ascolto del disco: “…ma invece hai niente dei White Stripes?!?”
10) Per ritornare al r’n’r, in The Different Top e The Scapegoat sembrate voler ridurlo a brandelli e ricostruirlo.
Scapegoat è un pezzo scarno ed aggressivo, rock in senso piuttosto classico; The Different Top nasce attraverso un assemblaggio, è un pezzo più sofferto. Quando scriviamo canzoni così violente cerchiamo sempre di renderle varie, con dei piccoli accorgimenti ritmici o armonici. Ci lavoriamo tantissimo, davvero.
11) Se avete voglia, raccontate la vostra attività concertistica (ho letto del vostro “giro” nell’Italia centro meridionale del febbraio-marzo 2004).
Abbiamo fatto una decina di concerti tra la Puglia, il Lazio, le Marche, negli ultimi due mesi. Abbiamo suonato di spalla ai Cut a Torino (grazie). Effettivamente gli ultimi concerti sono andati bene, concentrare più concerti in un breve periodo aiuta tantissimo. Un po’ meno schiantarsi col pulmino, come è successo di ritorno da Lecce. Ricordiamo con molto piacere il concerto del giorno seguente a Taranto, dall’ospedale al palco, una puntata di E.R.
12) Progetti futuri?
Stiamo scrivendo nuovi pezzi e continuiamo a suonare dal vivo (suoneremo al Festival nelle Valli il 29 Maggio a Finale Emilia e il 22 a Fossombrone). Stiamo cercando di dare sapori nuovi alla nostra musica, di renderla più personale; per questo curiamo particolarmente la parte melodica delle canzoni. Speriamo di darne una dimostrazione presto, magari con un ep (speriamo in uno split prima della fine dell’anno…vedremo!)
13) Tradizione kathodika vuole che si terminino le interviste lasciando libertà di espressione per una comunicazione diretta con i lettori della zine, per cui diteci pure quello che volete…
Ciao siamo Luca, Andrea, Nicola e lui è Giacomo, piacere!
Ciao e Grazie
Marco Fiori