Da Max Capa, Come Rendere Riuscita Una Buona Disfatta, Tutto In Una Monografia Illustrata Dall’Antico Odore Di Puzz & Co.
Con la parola underground si tenta di designare una produzione sottoterra, indipendente, alternativa. Si tratta di un’espressione che indica situazioni marginali, sommerse, nascoste in clandestinità che rispetto alle correnti dominanti si posiziona ai margini dei circuiti tradizionali di diffusione. In molti riferimenti è collegato ai termini cultura alternativa e controcultura.
Oggi questo termine è sinonimo di un’etichetta prestabilita che, in molti casi, riveste solamente un mero aspetto commerciale.
Puzz & Co. è la dimostrazione che l’underground ancora vive. Max Capa, in 176 pagine più copertine, nelle quali ci viene proposto come il prolifico autore, si cimentò per oltre un decennio in storie assurde e deliranti, ambigue ma anche, infine, accattivanti di alberi umanizzati, folaghe parlanti e strane comunità abitate da grottesche maschere in un atipico “carosello” ancora molto attuale; specchio di una realtà non lontana dall’essere.
Si tratta di un immenso lavoro concepito oltre trenta anni fa da giovani fumettisti allo sbaraglio per proporre nuove visioni dell’universo sociale, con proposte alternative disgiunte dagli stereotipati linguaggi comunicativi consolidati.
Disegni proposti in modo inusitato, per raccontare storie ancora più insolite che spiegano ambiguamente la realtà che rivestono; in cerca di cosa, in cerca di dove? È l’inizio di un discorso che, col tempo, si amplierà per diventare lo spartiacque della controcomunicazione italiana, l’esponente di un pensiero libero che traccia, in modo duro ma coerente, la strada per le generazioni in avvenire.
Può risultare troppo facile, troppo riduttivo proporre l’apatia socio-comunicativa che giace in noi alla pari di una semplice maschera da indossare, o togliersi, a piacimento. Nonostante ciò, le figure grottesche che popolano questa storia, sono ancora in grado di personificare le ombre che ci circondano e che, volenti o nolenti, quotidianamente generiamo.
Puzz fu una delle tante urla lanciate nel vuoto di questo villaggio globale, urla di solitudine, urla di ingiustizia, urla di dolore ma anche di amore; insomma, le urla umane di comunicazione.
Puzz & Co. è una storia di passati molto vicini, se non proprio attuali, che non può evitare di toccare la ricettività del lettore; non solo: Max Capa, con Puzz, fin dall’inizio si dilettò a proporre, in una miriade di immagini e tavole, un nuovo mondo, diverso e antagonista del reale, lo sballomondo dove “folaghe parlanti”, “alberi umani” e tutto il bestiario di quei tempi andati, che ancora lo popolano, rendono tutto l’insieme grottesco e ne permettono la lettura senza generare alcuno sdegno, alcun disappunto, ma per mezzo di questi mostri il lettore può finire per chiedersi che cos’è cambiato in questi trent’anni?
Fu la volta buona che si diede voce a tutti quei giovani che desideravano parlare e che, ovviamente, avevano qualcosa da dire.
Ma attenzione, tutto ciò non può, alla fine, evitare il sorge spontaneo di una domanda: «E io, che mostro sono?».
AA.VV.(realizzazione Atelier Capa)
Puzz & Co.
‘Monografia illustrata di una sconfitta-riuscita’
Edizioni Nautilus, 2003
pagine 176
Euro 10.00
Recensione di Gianluca Umiliacchi aka:
Bastian Contrario e curatore dell’ Archivio Nazionale Fanzine Italiane
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