(Kennydog Records 2004)
Avevamo lasciato il “cantante di canzoni sue” friulano Andrea Sambucco impegnato con il “pop balsamico” dell’esordio ‘S.e.m.p.l.i.c.e.’ (anno di grazia 2002): ovvero undici (dodici) brani anche di buona fattura – come, ad esempio, Semplice e Odio – ma un po’ troppo indecisi a tutto, tra scrittura intelligente e prosaicità generalista. Comunque si sentiva la mano educata dell’autore: una volta scelta la direzione (giusta) il suddetto aveva tutte le carte in regola per registrare “qualcosa che spacchi”.
Bisogna riconoscere che questo ‘La stagione Del Beltempo’ soddisfa tutte le aspettative e riesce pure a sorprendere in positivo: messe da parte le velleità di “piacere a tutti” (significativa Non Mi Importa Della Gente Cosa Dice Di Me), senza per questo diventare cervellotico o scontroso (perché Sambucco è contento di dire Mi Piace La Primavera o Cos’è L’ Amore, e lo canta pure bene!), il furlano si piazza nella terra di mezzo tra il lirismo gozzaniano dei Perturbazione (esemplari Aprile e Ci Vediamo In Danimarca) e la pazzia dei conterranei di casa Riotmaker, tipo Amari e Fare Soldi (sorprendenti, ma chiarificatrici la tagliente Succoacido Chillout e la plastica presentazione Andrea Sambucco). Ora anche i brani più “tradizionali”, come La Vita E’ Un Treno (con una coda sorprendente) e Ci Vuole Qualcosa Che Spacchi, si fanno ascoltare con piacere; dove Sambucco libera l’estro dei suoi arrangiamenti e del suo polistrumentismo – per esempio, nel gusto polistilistico alla Beck di Ho Un Cervello Che Non Mi Serve o nella delirante e decelebrata Imperfetto, base “tecno-pop” e cori a iosa su di un “rock” tirato, perfetto singolo dell’estate per emittenti radiofoniche almeno un po’ coraggiose e lungimiranti – si è ad un passo dall’eccellenza “pop”.
Detto che ‘La Stagione del Beltempo’ è stato registrato “un pochino” ad Udine fra il dicembre 2003 ed il febbraio 2004 e poi in una magione campagnola tra Aquileia e Grado con l’indispensabile aiuto di Simone Sant e Gaetano Dimitra, possiamo azzardare l’affermazione che questo CD sia veramente il Chissonodaddovevvengo di Andrea Sambucco: lui lo ha capito, speriamo lo comprendano discografici e “promoter” alla perenne ricerca di scrittori di canzoni efficaci (anche se temo che il friulano sia troppo inclassificabile, per loro…).
Contatti: info@andreasambucco.com
Voto: 8
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