(Ghost Records 2004)
Capita a volte di scovare nelle varie distro dei concerti, dischi importanti che già dal primo pezzo catturano cervello, orecchie e cuore di chi li ascolta. E’ questo il caso del primo full-lenght dei Ronin; Nel 2002 era uscito per Bar La Muerte Ronin e.p. accompagnato da un tour in Italia, Slovenia, Croazia, e Francia. Con questo album inizia la collaborazione con l’etichetta di Varese Ghost Records (One Dimensional Man, Bartok, Encode).
L’idea nasce a Bruno Dorella (ex Wolfango) nel ’98, musa ispiratrice una banda acustica slava ascoltata sotto un tendone di un concerto rimandato per pioggia: melodie lente, canzoni intrise di malinconia, colonne sonore di paesaggi immobili scossi solamente da venti con poco fiato. Ascoltate Nada oppure il pezzo finale Lava, che con la sua elettronica sussurrata ci regala soltanto alla fine la giusta scossa che chiude il cerchio. Ampio spazio nel disco, per episodi che rimembrano le gesta eroiche e solitarie di cavalieri e pistoleri nel deserto tanto care a Calexico oppure agli ultimi Black Heart Procession. Mar Morto sarebbe il sonoro adatto per un duello davanti ad un saloon polveroso nel lontano west, capace di far invidia al Morricone dei tempi migliori. Calavera è una cavalcata poderosa dominata a tratti da un’altrettanto poderosa fisarmonica mentre I Am Just Like You, cantata dalla stupenda voce di Sara Lov (Devics), strizza l’orecchio all’alt.country prediletto da Neko Case.
Oltre a Bruno Dorella (chitarre) i Ronin sono composti da Marco Anicio (chitarre), Lorenzo Ricci (fisa e contrabbasso) e l’infaticabile Jacopo Andreini (batteria e sassofono) musicista anche con Enfance Rouge, Jealousy Party, Bz Bz Ueu solo per fare alcuni nomi. Se potessi consigliare un album per questa strana estate, sarebbe sicuramente questo piccolo gioiello di cui ci si affeziona semplicemente ascoltandolo.
Voto: 9
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