(Anomolo 2004)
Dell’etichetta “Anomalo”, del suo progetto di elaborare e distribuire musica gratuitamente, abbiamo già accennato brevemente nella recensione dei Paddy: per altre informazioni rimandiamo al suo sito. In questa occasione ci piace rimarcare la diversificazione delle sue proposte musicali: non c’è dubbio che questo “Io ricordo tutto” dei Luxluna risulta – abbastanza – distante dai “Percorsi anomali” dei succitati anconetani e – radicalmente – lontano dalle traiettorie dei SoFFull.
Entrando nel particolare, esiste almeno un elemento di vicinanza tra i Paddy e il gruppo capitanato dal cantante, chitarrista ed addetto alla programmazione elettronica Marco Fagotti: ovvero radici piantate in certe sonorità anni Ottanta, straniere ed italiane, declinate però in modo diverso dai due progetti. Nel caso dei Luxluna, ci troviamo di fronte al sentimento uggioso e misantropico comune a certe produzioni di Andrea Chimenti e Giancarlo Onorato (sentire la rilevante Il riflesso, forse l’episodio più notevole del CD nel suo elegiaco abbandono) o alla tensione nervosa dei primi Diaframma, quelli con Nicola Vannini alla voce (La tana del verme (telekiller); tranquilli però, Fagotti canta meglio del frontman dei Soulhunter): atmosfera accentuata dalla storia che fa da filo conduttore a “Io ricordo tutto”. Le traversie esistenziali e sentimentali di un uomo, segregato nella sua stanza eppure bramoso di sinceri contatti umani, che arriverà alla feroce aggressione fisica della donna che pensa di amare sono scandite dal sottofondo mitteleuropeo di Radio Praga – sembra quasi un richiamo ai primi Ultravox con Midge Ure in formazione, quelli del sottovalutato “Vienna” – e divise in tre parti: la prima, Dentro la stanza, contiene le già citate Il riflesso (il testo è opera di Paolo Fagotti) e La tana del verme (telekiller), ma anche altri brani da ricordare: Madre cieca, cantata da Antonella Loconsole (la cui vocalità tradizionalmente “italiana” ben contrasta con l’ambiguità malinconica del testo) e Illuminerai?, che dimostrano la qualità della scrittura barocca dei Luxluna (e la bontà della loro esecuzione musicale: diamo i giusti meriti anche alle tastiere ed al pianoforte del già citato Paolo Fagotti, al basso di Riccardo Rosicarello, alla batteria di Archelao Macrillò). La seconda parte, Fuori, risulta più mossa ed elettrica (sentire lo strumentale L’uscita e L’illusione), per arrivare alla catarsi introspettiva de Il rientro (con Un’altra luce e il frammento finale di Radio Praga).
Di rilievo anche l’aspetto visivo del progetto, curato dall’artista polacco Przemek Skrzypek (che ha realizzato un video di un’ora di supporto ai live e in collaborazione con Janek Choloniewski si è occupato pure dell’aspetto web): tutto ciò dimostra la cura e la passione che i Luxluna mettono in quello che fanno.
Per contattare Anomolo: anomolo@anomolo.com
Voto: 7
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