(Autoprodotto 2003)
I Klatuu Barada Nikto sono un gruppo romano che troviamo al secondo album in studio, dopo un precedente demo s/t e una performance dal vivo. I tre (quattro in formazione live) ci spiegano che il loro nome viene da un film di fantascienza anni ’50, che ricordo è ‘Ultimatum Alla Terra’ o ‘The Day the Earth Stood Still’ (e come non ricordare ‘Klatuu… ehm… Barada… ahem ehm Nirvana…’?) e che fanno del rock incategorizzabile.
Effettivamente non è facile descrivere il loro stile, proprio a metà tra melodia e rumore, e mi sembra anche futile tirar fuori i soliti nomi (non so perché, ho pensato ai Cobra High).
Troviamo dunque sette pezzi ben suonati e scritti, di più non si sa visto che non sono minimamente riuscito ad indagare su testi e dintorni; la loro homepage proprio non vuole saperne di caricarsi interamente (oppure c’è solo una pagina? Boh). Comunque per quanto si possa parlar bene della loro capacità di scrivere canzoni e di suonarle con professionalità (i.e Puppet Show), non sono proprio riuscito a distinguerle sufficientemente.
Oddio, indubbiamente ci sono momenti strettamente musicali davvero notevoli (Aibliv), ma in generale si fa fatica a seguire la voce (a parte nell’unico pezzo in italiano, KBN) e a rimanere attenti per tutta la durata del cd.
Questo anche per colpa di una produzione che fa ben poco per trasmettere all’ascoltatore l’aggressività della band. Strano perché sono proprio i tre che ci dicono che l’album è stato registrato nella loro sala prove, cioè in presa diretta, in modo da replicare efficacemente l’energia pura del materiale. Intento lodevole ma è chiaro che qualcosa è andato storto, perché c’è un’evidente necessità di rendere le chitarre più taglienti e di mettere la voce in primo piano.
Insomma anche qui c’è il solito ‘peccato’, perché con un po’ più di attenzione al materiale e alla produzione c’era la chicca; pazienza, dategli comunque un’ascoltata che ‘sti ragazzi sono interessanti.
Voto: 7
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