(Sottosopra 2004)
Gli Elton Junk il rock se lo sbranano a colazione. E non hanno nemmeno problemi di digestione.
Ci fanno quello che vogliono, lo fanno diventare rumore, melodia, tutti e due insieme e allo stesso tempo nessuno dei due, non si capisce.
E pensare che, come ci informano gli stessi Junky boys, ‘Moods’ era già pronto 3 anni fa, ma per problemi con la Sottosopra è stato fatto uscire solo adesso: cosa che se lo ascoltavamo nel 2001 i Liars, gli Interpol e compagnia made in NY non se li filava nessuno.
Sì ragazzi, perchè qui si parla di una miscela sonora esplosiva, che prende spunto da un mare di generi senza che sia possibile etichettarla in alcun modo preciso: lo spirito malato, stregonesco e decostruttivo dei Liars, la melmosa cupezza grunge dei primi Soundgarden, una buona dose di wave / post punk e dark alla Pop Group e Public Image, echi di Cure, l’ambient dei Massive Attack, elettro-punk, hardcore: tutto questo e altro ancora viene frullato per realizzare un magma ipnotico, schizofrenico e rumoroso che non rinuncia però alla melodia, seppur deviata e drogata.
Basterebbe la prima, Cellophaned, con il suo ritmo martellante funkindustriale e le sue sonorità sghembe e infortunate, a farti capire che non sei di fronte alla solita copia italiana, sorellina minore dei più grandi angloamericani; intuizione confermata da Waste of Time, affogata così a fondo nel fango dove Mudhoney o Melvins non sono mai arrivati.
Seguono la new new new wave di Magical Dream, l’hardcore nevrotico di La Tipa (come se non bastasse, si viaggia anche tra l’inglese e l’italiano) e molto altro ancora, code chitarristiche di rumore, loops e percussioni metalliche a braccetto con dolci e liquefatti inserti di tastiera, crossover pattoniano che si trasforma, senza che tu te ne accorga, in post rock made in Ulan Bator; per finire l’ipnotica e apatica Ricetta per il Sangue amaro, Joy Division e Bauhaus 20 anni dopo, perfetta colonna sonora per un sabba, e una spaziale ghost-track, strumentale, a mostrarci squarci di un oscuro universo parallelo dilatato e dilaniato.
Assoluta capacità di gestire e manipolare a piacimento il proprio caos emozionale, sonorità contorte e allucinate e tanta fantasia e creatività sono i punti di forza dei senesi / bolognesi Elton Junk e del loro difficile e affascinante lavoro, omogeneo nonostante i mille influssi, che ha un unico difetto: quello di essere uscito in Italia.
PS in questi 3 anni gli Elton Junk (a proposito, simpatico il nome!) non sono stati con le mani in mano… per ‘Moods’ e per altro materiale, ecco Mail e telefoni:
– 3392053548
– 3203862952
– junkhouse@eltonjunk.com
– andre@eltonjunk.com
– elton_junk@hotmail.com
Voto: 9
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