V.V./A.A. ‘A Houseguest’s Wish – Translations Of Wire’s Outdoor Miner’

(Words on Music 2004)

I tribute cd a band storiche appartenenti ad una o ad un’ altra scena musicale o epoca non mancano mai.
Non meraviglia, pertanto, che un’etichetta d’Oltreoceano, la beneamata Words On Music, abbia deciso di omaggiare, con ‘A Houseguest’s Wish – Translations Of Wire’s Outdoor Miner’ una formazione inglese di culto, i Wire.
C’è tuttavia un dettaglio che contraddistingue l’iniziativa dell’etichetta di Minneapolis e che la rende in qualche modo unica nel suo genere: il cd in questione celebra il gruppo in questione offrendo reinterpretazioni di una sola sua canzone, la seminale Outdoor Miner, la quale, licenziata quale singolo nel 1979 (e poi inclusa, per quanto in una versione più scarna, nell’album ‘Chairs Missing’), ha raggiunto quest’anno i venticinque anni d’età.
Prima però che qualche istintivo pregiudizio possa smorzare fin da principio il vostro interesse ad ascoltare diciannove volte lo stesso brano, lasciate che chi scrive vi dica che qui non c’è proprio di che annoiarsi. Tutt’altro.
La gamma degli ospiti chiamati a raccolta per l’occasione garantisce tale e tanta varietà di rielaborazioni e sonorità da non concedere all’ascoltatore un solo attimo di distrazione.
Si va dalla rilettura in chiave folk dell’inglese Sharron Kraus a quella blueseggiante di Christian Kiefer; dal punk dei tedeschi Boy Division al post-rock/shoegazer/dreampop di Timonium, Titania, Should, Meeting Places, Polar ed Experimental Aircraft; dal noise-pop dei Field Garvie a quello pastorale degli Above The Orange Trees a quello twee di Laura Watling.
Non mancano neppure delle vere e proprie chicche, quali la versione risalente dei Lush e quella dei Flying Saucer Attack , la rilettura in chiave acustica di Adam Franklin (fondatore degli indimenticati Swervedriver e oggi attivo dietro la sigla Toshack Highway) nonché le versioni di Mark Bandola (negli annni Ottanta a capo dell’ottima band Lucy Show e qui presente con il suo nuovo progetto Typewriter) e Carlos Foster dei For Stars, che qui si nasconde dietro lo pseudonimo di Kick On The Floods.
Come si diceva in principio, una produzione unica nel suo genere, che permetterà al contempo di fare un salto nel passato, nel pieno della new wave post-punk inglese, di apprezzare attuali realtà già affermate del panorama alternativo contemporaneo e di scoprire anche qualche nuovo talento che d’ora in poi varrà la pena tenere d’occhio.

Voto: 9

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Autore: acrestani71@yahoo.com