“FOR ALTO”
autore: Anthony Braxton
etichetta: Delmark
anno di pubblicazione: 1968
con: Anthony Braxton.
Pubblicare un doppio vinile di solo sax alto, per giunta registrato in casa, nel 1968 doveva sembrare una pura follia. Solo l’ostinazione di un grande musicista come Braxton, e l’intraprendenza di una piccola etichetta come la chicagoana Delmark, hanno fatto sì che tale miraggio si trasformasse in realtà, e solo lo scorrere degli anni, tanti anni, ha fatto sì che tale realtà fosse apprezzata per quello che è il suo reale valore. Perché “For Alto” non è soltanto il primo disco di sassofono inciso in perfetta solitudine, altri sassofonisti avevano affrontato l’argomento in singoli brani, ma prefigura fenomeni come l’homemade e il lo-fi. Le sette tracce sono dedicate a vari strumentisti, compositori e/o amici dell’autore: Jack Gell, John Cage, Murray De Pillars, Cecil Taylor, Ann and Peter Allen, Susan Axelrod, Kenny McKenny e Leroy Jenkins. Braxton agisce su più fronti, si apre all’influenza di musiche estranee alla musica nera, si inserisce nella linea evolutiva di questa e rifiuta lo stereotipo creato dal bianco per rappresentare il jazzista (definizione che lui respinge senza mezzi termini): ‘jazz’ è come ci vogliono, ‘questo’ è invece quello che siamo, intellettuali neri che, superati gli anni della rabbia e della rivolta, intendono costruire il proprio domani senza dogmi e senza restrizioni. Dice Braxton: posso suonare con Chick Corea, Derek Bailey e Richard Teitelbaum, posso apprezzare Karlheinz Stockhausen, Chicago, Charlie Parker, Paul Desmond e James Brown, posso interpretare il be-bop come le forme aleatorie, ma in realtà resto sempre Anthony Braxton, un musicista dischiuso verso i linguaggi contemporanei e poco propenso a lasciarsi ingabbiare in definizioni predefinite. Questa è la chiave di lettura per comprendere “For Alto”.