(Leaf/Wide 2004)
L’iniziale The Streets Are Empty è abbastanza fuorviante e lascia pensare ad un disco a base di microwaves e simili: scintille elettriche, feedback ed echi di ritmo in lontananza, una sorta di Pan Sonic scarnificati e rallentati. Non male invero, ma l’esatta natura dei Triosk emerge solo a partire dalla seconda traccia, con il loro innestare sofisticate perturbazioni elettroniche su strutture di jazz elettrico. Provenienti da Sydney e formatesi grazie alla comune passione per il Bill Evans Trio, i Triosk sono qui alla prima vera prova a loro titolo dopo l’album ‘1+3+1’ realizzato assieme al produttore e manipolatore di samples tedesco Jan Jalinek (tracce dei suoi suoni sono ancora presenti in un paio di brani). Quello che salta subito all’orecchio è la grande dimensione spaziale della musica che risuona fluida e priva di costrizioni, libera di disegnare grandi ed eleganti textures di suono su cui l’elettronica si muove sempre discreta, mai invasiva, ma con naturalezza sorprendente, per aggiungere pennellate di colore. Pur trattandosi sicuramente di musicisti eccelsi, Adrian Klumpes (piano/tastiere), Laurence Pike (batteria) e Ben Waples (basso) non cadono in tentazioni da sfoggio di virtuosismo e scelgono la strada di un sofisticato minimalismo con strutture che vengono costruite assemblando pochi elementi di partenza che poi si trasfigurano, mutano su se stessi, appaiano e scompaiono in continuazione, sempre uguali e sempre diversi. “Il momento ritorna” e in molti casi il risultato è assolutamente abbagliante: la batteria in levare continuo e le reiterazioni sinusoidali di Love Chariot, le drammatiche progressioni di Two Twelve, le calme distese e le movenze profonde, rispettivamente nella prima (che ricorda certi momenti di ‘TNT’ dei Tortoise) e seconda parte di Tomorrowtoday, i romanticismi e le improvvise impennate pianistiche su fondale glitch di I Am A Beautiful And Unique Snowflake, tra le cose che colpiscono maggiormente. Belli anche i momenti i cui la musica si spoglia di se stessa e diventa quasi pura deriva ambient, ora bolle di suono che si muovono verso l’alto per poi esplodere (Goodnight), ora superficie quasi immobile e leggermente increspata da scariche elettriche (Awake In Deep): due composizioni molto brevi ma che tracciano delle possibilità per potenziali sviluppi futuri.
Voto: 8
Link correlati:Wide