“DOUBLE NICKELS ON THE DIME”
autore: Minutemen
etichetta: SST
anno di pubblicazione: 1984
con: D. Boon, Mike Watt, George Hurley, Joe Baiza, John Rocknowski, Dirk Vanderberg.
Marvellous Minutemen. Sono riusciti a ridurre la canzone al minimo indispensabile, portando a compimento idee beefheartine (e ancor prima weberniane), togliendo ogni orpello, ogni cosa non necessariamente indispensabile, ogni abbellimento superfluo. Questo non vuol dire riduzione solo in termini di durata, sarebbe troppo facile, ma mutamento in termini di struttura. Non sintesi ma tagli netti. La sintesi, negli oltre quaranta brani del disco, è invece riservata alle tradizioni della musica americana: jazz, funk, rock, cowntry e quant’altro i nostri riescono a raccattare nel bidone della storia; ciliegine nella torta, le cover Ain’t Talking ‘Bout Love (Van Halen), Doctor Wu (Steely Dan) e Don’t Look Now (Creedence Clearwater Revival). Concisione, sì, ma una ricchezza di situazioni, e significati, difficile da trovare anche nelle più accurate antologie. Si apprezza, soprattutto, il leitmotiv politico dei testi: …dobbiamo essere schizofrenici per credere a tutto quello che ci dicono…, …ho l’affitto da pagare, potrei vivere in una tenda ma questa terra non è libera…, …i media ci derubano e ci tradiscono…, …portano i soldi (dell’America Latina) nel nostro paese…, …lo stato, la chiesa, i progetti, qual è il significato di tutto ciò…. C’è poi l’aspetto simpatico dello sfottó con gli amici, e compagni d’etichetta, Hüsker Dü (i quali dicevano che la rivoluzione va fatta in casa e avevano da poco pubblicato il loro doppio “Zen Arcade”), che vengono pagati con un ironico take that, hüskers!. In seguito il gruppo seguirà la strada della ‘normalizzazione’ e alla fine del 1985 il chitarrista D. Boon perderà la vita in un banale incidente. C’è poco da fare, l’idea dei corsi e ricorsi è una bufala, ché la storia, in realtà, non si ripete.