(Merck/Wide 2004)
E’ un’operazione quantomeno singolare quella di un’etichetta votata all’avanguardia idm come la Merck Records di Miami che si prende ora la briga di recuperare, remixare e rimasterizzare alcune registrazioni prelevate dal repertorio dei Lateduster, combo di Minneapolis nato nel 1999 dalla passione di 5 polistrumentisti e dalla volontà di sperimentare nuove possibilità di commistione tra musiche strumentali ed elettronica. Operazione ancor più singolare se si pensa che al momento i quattro hanno lasciato da parte il progetto per intraprendere ognuno un proprio percorso sotto pseudonimi quali Fog, Dosh, Hymie’s Basement e Neotropic. Difficile ora capire se questa raccolta postuma possa avere una qualche ragion d’essere, questa è una musica che, oltre ad essere di fatto distante per conformazione dalle coordinate cibernetiche del suono Merck, risulta alquanto dispersiva e impersonale. 8 tracce che generalmente si muovono nell’ambito di un post- rock melodico e ambientoso ma senza punti di riferimento precisi e forse con qualche morbidezza di troppo. Una mossa che potrebbe anche essere vista come un piacevole diversivo ma che farà anche storcere il muso a molti.
Voto: 5
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