(Schematic/Dense/Wide 2004)
Otto Von Schirach è un ventisettenne residente a Miami con un cospicuo
numero di uscite alle spalle.
Negli ultimi periodi si è trastullato con quei signorini degli Skinny
Puppy ed è stato adocchiato dalla fascinosa Miss Kittin che
lo ha voluto per un remix di un brano dal suo ultimo album.
Nomi abbastanza diversi i due appena citati vero?
In effetti Otto nel suo calderone sonoro di spezie ce ne mette parecchie,
battiti quasi ebm destrutturata prossima a delinquenziali ed alcoliche
movenze alla Aphex, cartonesche dissoluzioni breakbeat, scatti prossimi
a certo rock estremo di matrice death metal e buona ultima un’attitudine
giocherellona figlia di certe derive care al Mike Patton ed alla
Ipecac.
Molta confusione sotto il sole vero?
In effetti, quello che di buono Otto crea spesso viene massacrato senza remora
alcuna producendo durante l’ascolto inaspettati assalti di noia se non talvolta
di odio puro nei confronti dell’autore. Opera contro questo è vero,
ma tutto il pacco scivola e si risolve in una serie di stilettate soniche
che o non lasciano nessuna traccia auditiva memorabile oppure
nella migliore delle ipotesi irritano alquanto per l’insistenza con cui vengono
proposte a piene mani queste baroccate montagne russe per battiti e voce
animalizzata.
Sinceramente risulta difficile capire il perchè di tutto questo (posso
anche essere io che non lo capisco sia detto).
Concludendo.
1: di pagnotte ne deve (nonostante la già sterminata discografia) mangiare
ancora molte.
2: in Italia di situazioni di questo genere ne abbiamo a bizzeffe (e le stronchiamo
ugualmente).
3: circense senza dubbio; ma risparmiare i soldini per il Circo Orfei è
molto più saggio ed indicato.
Voto: 4
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