(Autoproduzione 2004)
Comincia L’Inetto e ci si trova investiti da una bordata di elettrorock noisy schizofrenico e palpitante, con un cantato singhiozzante e belante che riporta al 1995 di ‘Germi’: e come inizio non poteva essere più fuorviante, essendo quella dei Nevroshockingiochi, formazione maceratese, una musica sì di potenza, ma che più che altro punta a suggestionare l’ascoltatore per la sua poesia e teatralità: ottimi testi carichi di pathos emergono da suite dilatate, che rimandano se vogliamo ai Mars Volta, a volte arricchite da freddi spunti gotici (Nkb), altre capaci di traslare in dimensioni parallele certe atmosfere ambientali dei Massive Attack, mantenendo comunque costantemente una tinta scura che mi fa pensare agli Ulan Bator di ‘Vegetale’.
Gli episodi migliori, oltre all’aliena prima traccia, sono Mani Burattine e Il Matto E La Morte (testo di Dario Fo); altri episodi risultano forse ostici, a causa di fraseggi reiterati troppo a lungo e di un’atmosfera davvero opprimente… messa a fuoco non perfetta insomma, ma comunque un lavoro interessante, che merita un bel sette spigoloso e appuntito.
Musica come teatro, una finzione necessaria a trovare un senso che giustifichi la nostra esistenza, a nascondere il senso di smarrimento e il delirio che proviamo di fronte al lucido vuoto della realtà… lacrime e risate acide, la vittoria della follia.
Voto: 7
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Autore: alealeale82@yahoo.it