(Load Records/Goodfellas 2004)
Immaginate di avere un cervello e dei timpani di cui volervi sbarazzare e di volerlo fare al più presto. Premesso che il masochismo è sempre una scelta non facilmente motivabile, in questo caso basta poco per raggiungere l’obiettivo, per l’esattezza 18 minuti, tanto dura questo dischetto dei bostoniani Fat Day. Poco più di un quarto d’ora, per accatastare in maniera rovinosa l’uno sull’altro 23 brani, scatarrati e schitarrati in faccia al mondo con un’urgenza espressiva e una veemenza letteralmente devastanti. Si uniscono in questi sfaceli sonori la bestialità grindcore, l’hardcore più caotico, la follia noise di stampo nipponico, inframmezzati ogni tanto da qualche jingle elettronico stile videogame Nintendo in acido, per la serie Boredoms meet D.R.I. meet Anal Cunt (qualcuno se li ricorda?) meet Kid 606. Vere e proprie schegge sonore, proposte con sfacciataggine ed irriverenza, che mandano a quel paese qualsiasi buona maniera in un’alternarsi di stop and go a velocità supersonica, su cui rimbalzano le urla sguaiate e cartoon del cantante. Come si conviene alla sana e vecchia tradizione HC, le tematiche dei testi, brevi e lapidari come degli haiku punk, sono a metà strada tra denuncia sociale (“It’s not the way we wanted. It’s not the way it’s all going. The car, the house, the money, the cash, the trash, the shit system”), ironia (“I’m a dementoid the homo-man. I live near your house. Lock up your damn daughters”) e stupidaggine pura (“If humans had no poops only farts then all your shit would be out in public”). Nient’altro da aggiungere, questa musica non ha tempo per inutili commenti, troppa la furia che si agita in essa e che non aspetta altro che esplodere e consumarsi nello spazio di un attimo.
Voto: 7
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