Keith Hudson And Friends ‘The Hudson Affair’

(Trojan/Sanctuary 2004)

Keith Hudson è a detta del redattore delle interessanti e sincere note, tale Dave Hendley, una delle personalità più controverse della musica reggae. Produttore dal tocco magico, arrangiatore, cantante, deus ex-machina ed inseparabile compare di suoni rallentati con U-Roy di cui produce nel 1969, a tanto risalgono i primi incerti passi in codesto suono, il suo successo Dynamic Fashion Way passa poi a Dennis Alcapone al quale fa incidere un altro successo a colpo sicuro come Spanish Omega. Prosegue la sua collaborazione con il nostro e registra altre due solari chicche quali Shades Of Hudson (per amicizia ricambiata) e Erotic Touch Of Hot Skin che animano i dancehall giamaicani per parecchio tempo. Non contento di ciò Hudson amplia la sua influenza comparendo anche nel pezzo che Hugh Maseleka intitola Riot e continua la sua ricerca nella definizione di commistioni funk nell’alveo reggae per la creazione di un melting pot di puro movimento. Non si ferma qui e divide un successo straordinario con Big Youth e il pezzo/tormentone celebrazione della moto Honda di Youth 590 Skank, si pente dei peccati commessi e sterza con passione verso la fede e la sua celebrazione con il pezzo The Betrayed e colleziona una serie varia e colorita di soprannomi quali Imbidimts, Rebind, Mafia. A metà degli anni settanta vola in Inghilterra e colleziona un album come ‘Flesh Of My Skin’ paragonabile a ‘Marcus Garvey’ dei Burning Spear e ‘Catch A Fire’ di Bob Marley, proseguendo poi il soggiorno londinese registrando uno dei capisaldi del dub come ‘Pick A Dub’. E non finisce qui dato che il nostro si sposta ancora verso New York dove soggiorna e continua a sfornare ottimi lavori tra cui ‘Brand’, e dopo pochi anni gli viene diagnosticato un cancro che lo porta alla morte il novembre del 1984. Questo per la storia che meritava di essere raccontata, per la musica la doppia compilation uscita per la Trojan/Santuary ne racconta le gesta vocali e oltre, con tutti i personaggi e le canzoni di cui sopra e moltissime altre per un salto nella storia del reggae e un artista che merita l’ascolto a passo di danza. Cercatelo che ne vale la pena.

Voto: 7

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