(Black Candy/Audioglobe 2005)
I Kech sono una presenza costante nelle webpagine di kathodik, recensiti alla prima uscita (prego ciccare qui!) e adesso ascoltati nel loro secondo lavoro uscito per la piccola ma interessante etichetta italiana Black Candy, promotrice di gruppi quali Pecksniff e similia. Che dire dopo dovuti e ripetuti ascolti, che il gruppo si diverte e diverte chi ascolta, che il loro pop di piacevole maniera diverte e rimane in testa in maniera non ingombrante e con qualche ritornello ben incastrato nei neuroni, che il loro approccio sfrontatamente Blur ma con meno pesantezza esistenziale addosso in The Cousin li rende divertenti senza per forza rischiare la paralisi delle mascelle tirate ad un sorriso di convenienza; che il loro proporsi e interporsi e scambiarsi le melodie tra vari componenti li fa diventare ascoltabili senza noia ma con gioia come ad esempio nella variegata Coldground. Che la voce della cantante dialoga sfrontatamente bene con la chitarra con rimandi voluti(?) alla Dodgy leggeri e senza pensieri in 44 Times. Che la loro ricerca del santo graal della perfetta pop song probabilmente è ancora di là da venire ma non per questo quest’album non può non costituire un buon viatico nel cammino. Che…Basta così e ascoltatelo.
Voto: 8
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