Last Of The Juanitas ‘In The Dirt’

(Wantage Usa 2005)

I Last Of The Juanitas sono un rumorosissimo quartetto di Portland giunto alla seconda prova sulla lunga distanza: “In the Dirt”, dieci tracce per mezz’ora circa di bombardamento continuo ai vostri poveri e impotenti apparati uditivi.
Si parte con Baghdad, captazione di umori cosmici che rimangono latenti per due buoni minuti, prima di sfociare nella litania cacofonica e stridente guidata dalla bassista e seconda voce Lana Rebel, che mescola l’evanescenza dei Jesus and Mary Chain col noise dei Sonic Youth (penso a “Bad Moon Rising”) e con la pesantezza pachidermica dei Melvins.
E proprio questi ultimi prendono il sopravvento in gran parte del disco, testimoni H.r. geiger counter e Angie Dickinson, dove il sound massiccio del trio di Aberdeen (sia per la voce molto molto a la King Buzzo di Maurice Brugan Giles, sia per il chitarrismo monolitico dello stesso M.B.G. e di Dave Sullivan) viene elaborato attraverso una maggiore ricerca nelle trame ritmiche e cromatiche… avvisaglie dell’esplosione garage-punk rock che si compie con la perfetta Smashed By Nothing: chitarra, basso, batteria, due voci (lui e lei), niente fronzoli e tanta, tanta adrenalina.
Niente male da questo punto di vista neanche la strumentale Human Cattail, così come Took The Short Train, in cui i nostri tentano di inscatolare il rumore in cubi shellacchiani riuscendovi però solo in parte; chiude l’opera l’atmosfera ipnotica e grigia di You Gotta Wait, crisi d’astinenza tossicodipendente trasportata sul pentagramma.
Non tutti i brani sono però del tutto convincenti, come The Sky Is Spitting On Me, Anyway dove il sound da pesante si fa davvero opprimente, o la convulsa title track che non riesce ad inquadrare una direzione precisa sbandando pericolosamente; nel complesso comunque “In The Dirt” è un disco più che discreto realizzato da una band più che discreta… l’ottimo magari ce lo conserviamo per il prossimo lavoro.

Voto: 7

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Autore: alealeale82@yahoo.it