(Autoprodotto/Kick Agency 2004)
Dal death metal scandinavo al nu metal il passo a quanto pare è piuttosto breve, almeno a giudicare dalla trasformazione che hanno subito i Convergence per volontà del leader Giacomo che voleva realizzare musica più personale.
E grazie ai nuovi membri della band, il cantante è riuscito nel non facile intento, ché avvicinare Points of View ad altri gruppi è alquanto futile.
I quattro hanno deciso sì di suonare nu metal ma di influenzarlo con quanti più stili possibili, dall’elettronica all’industriale; scelta che in generale non si rivela saggia poiché risultante in niente di più che un minestrone denso ma sciapo.
Invece i Convergence se ne tirano fuori grazie alla loro sperimentazione razionale e l’ottima tecnica, e indubbiamente anche la qualità dei pezzi fa la sua brava parte.
Soprattutto nella prima parte dell’album, i quattro mettono in fila una serie di canzoni notevoli sotto il punto di vista sonoro, sempre rimanendo però orecchiabili sullo stile Staind/Soil/Godsmack.
Se qualche idea è ottima però (il doppio pedale di Breath, l’assolo di Six Feet Under), altre sono decisamente da rivedere: tipo la parte rappata nella prima strofa di Strike The End, poi stranamente non ripetuta nella seconda, o l’esperimento Gravity Kills di Silent che per quanto sia un’idea apprezzabile, alla fine risulta eccessivamente frettolosa.
Dunque qualcosa da migliorare e rivedere c’è indubbiamente e fra queste includerei anche la produzione, data la tendenza a sminuire la potenza della batteria, e magari più attenzione alla pronuncia.
Insomma siamo di fronte ad un prodotto piuttosto soddisfacente sotto gran parte dei punti di vista (anche grafico) e che trasuda grandi potenzialità, son sicuro con il tempo i Convergence impareranno ad esprimersi al meglio.
Voto: 7
Link correlati:Homepage band