(Microindie Records 2005)
Certi gruppi possono essere considerati (a ragione) adorabili solo in base a una loro foto senza aver prima ascoltato una sola nota. È il caso degli Icicles, ovvero la quintessenza dell’indie-pop stesso: tre brutte cozze e un tizio calvo con la passione del confezionarsi i vestiti che riempie il loro coloratissimo immaginario. Americani, dotati di una tecnica dilattentesca e autori di testi che sembrano pagine strappate dal diario segreto di un’adolescente qualunque, suonano delle semplicissime quanto deliziose pop-songs che sprizzano joie de vivre da ogni poro. Impossibile non farsi contagiare dalla solarità di questi perfetti quadretti naif. Nel corso dei 35 minuti di “A Hundred Patterns” torna alla mente, avvolto da una nuvola di zucchero filato, il migliore C86. Certo i Talulah Gosh potrebbero citarli in giudizio (rock’n’roll girl). Ma non pensate troppo al solito ritorno agli 80’s perchè attitudine e suono sono molto contigui a quelli di Nedelle e dei Call & Response. Quando poi la tastierina si fa più incalzante sembra di ascoltare una versione degli Stereolab depurata da ogni ansia da sperimentazione.
Mi ripeto: adorabili.
Voto: 8
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