(I Dischi Dell’Amico Immaginario/Wide 2005)
Non so perché ho perso così tanto tempo sopra l’ultimo lavoro dei tre pisani Appino, Ufo e Karm, forse colto da una suggestione perforante sulla carta o dal perpetuo rimandare le cose che proprio non riesco a mandar giù. Il mio nodo si è bloccato nel foro centrale di questo cd, frivolo dal bokklet alla bonus track che a velocità spasmodica racchiude l’album in soli quattro minuti e qualche secondo, ripercorrendo le gesta del mitico Elio sanremese. Dodici episodi di pazzeggio cantati in inglese, francese e per la prima volta in italiano (come suggerisce il titolo triglotta) che si snodano con non chalance tra pop, beat, canzone di protesta e le immancabili ballatone strappa accendino, il tutto sotto l’egida della parodia più amara, non per ironia ma per il risultato. Nonostante le canzoni brillino di luce riflessa, hanno un discreto sound anni 70 ruvido, frutto della registrazione in presa diretta; per quanto riguarda i testi preferirei soprassedere: innocentemente ridicoli e grossolani. Il peggio non ha mai fine, e lo dimostra l’avventurosa imitazione del simil-italiano di Rocky Roberts (pace all’anima sua) ne “I Bambini sono Pazzi” o ne “L’amico immaginario”, filastrocca degna di un lato B di Antoine, dimostrando il “demenziale” nel senso più stretto del termine.
Voto: 1
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Autore: danielecintio@hotmail.com