Giuseppe Ielasi ‘Gesine’

(Häpna/Fringes 2005)

Consentitemi di iniziare questa recensione con una breve nota personale. Sono appena tornato dalla magica (a patto di ingegnarsi per riuscire a sfuggire alle orde di turisti vocianti) Praga e non poteva esserci colonna sonora migliore di questo nuovo disco di Giuseppe Ielasi, uno degli artisti più attivi del belpaese nella promozione e diffusione delle ‘nuove’ musiche impro con la label/mailorder Fringes, per cullare la malinconia da fine viaggio ed accompagnare lo scorrere dei ricordi. È alla sempre sorprendente e curatissima etichetta svedese Häpna, specializzata nel fornire musiche dal forte impatto emozionale, che viene affidato questo lavoro, breve, ridotto all’osso, quasi spartano, ma sostanzioso quanto basta per colpire dritto al cuore. A metà strada tra gli Efzeg e Loren Connors, Ielasi tesse delicate e fragili trame di chitarra acustica, tra cui si insinuano piccole percussioni, bric à brac di suoni concreti, e discreti interventi di electronics, in una session dal feeling intimista e riflessivo, che accantona ogni forma di sperimentazione egocentrica e dove tutto sembra svolgersi come avvolto da una flebile luce effetto sepia, mentre attorno la notte, con i suoi silenzi e le sue ombre. Apice dell’album la bellissima quarta traccia (non ci sono titoli), sicuramente quella più elaborata del lotto, le cui struggenti traiettorie melodiche in punta di piedi producono istanti di pura commozione prima di scomparire nel regno delle basse frequenze e introdurre opportunamente la quinta composizione, che con il suo spettrale sibilo minimalista si allontana molto dall’atmosfera generale. La tristezza per le piccole cose perse per sempre, la tenue speranza per quelle in divenire.

Voto: 7

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