Dadamatto ‘S / T’

(Autoproduzione 2005)

Chi della zona li avrà già sentiti nominare più d’una volta, tutti gli altri è ora che comincino a farci i conti.
Vengono da Senigallia, sono giovanissimi, il loro ultimo lavoro autoprodotto è una bomba, e si chiamano Dadamatto.
Indie, rock, punk, chiamatelo come vi pare, la sostanza è comunque un sound potentissimo, una rabbia perfettamente a fuoco e soprattutto idee dannatamente chiare su ciò che si vuole realizzare: chitarra, basso, batteria e poco altro qua e là, senza tante inutili stranezze, ritmiche e melodie lineari e semplici come la traiettoria di un cazzotto in faccia, puro e semplice rock’n’roll.
Forse, però, la vera arma in più dei Dadamatto è nei testi: un cantato in italiano che una volta tanto non si propone nè intellettualoide (M.K.) nè tantomeno portatore di chissà quali verità (A.), ma che pensa più alla forma e al suono che al contenuto: e così, mentre in tutta la penisola una miriade di band si sbatte perchè non sa che cazzo dire in madrelingua o in inglese (forse perchè a volte non c’è nulla da dire…), ecco che arrivano questi tre ventenni o poco più che ti tirano fuori dal cilindro un gioiello di canzone come Stereolen, il cui ritornello, nè più nè meno, fa: “quando si litiga si vede che qualcosa non va”. La pura e semplice evidenza.
Splendide poi Disordine, probabilmente il pezzo che spicca di più in tutto il lotto (fantastico l’intermezzo, un’iniezione di rabbia gradazione 101% che implode sul più bello), Spizz, che cita i Nirvana di Territorial Pissings non solo nel testo ma anche per furia sonora, e 1,2,3,4,5,6,7,8’s Rock ‘n’ Roll, che al resto aggiunge i “contorti” deliri al sax di Marco Emoli.
Certo gli otto episodi non colpiscono tutti allo stesso modo, vedi il divertissement di Dadamarro e la quasi strumentale Danza di Narciso, in cui i residui grunge latenti in tutto il disco si fanno più prepotenti (Cobain e soci su tutti).
Una musica onesta e sincera quella dei tre senigagliesi, cosa ahimè sempre più rara; uno spettacolo di disco che rappresenta uno sputo in faccia al falso intellettualismo dilagante in certi settori artistici, musica rock compresa, e in un verso di Tra l’animo e l’ombra, versione dadamattiana di Ambarabà Ciccì Coccò, i nostri te lo sbattono dritto in faccia: “cerchi ancora di capire, ma il senso è nel rantolo, il senso è nell’ombra, il senso è nell’animo”. Grandi Dadamatto.

CONTATTI: dadamatto@libero.it

Voto: 9

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Autore: alealeale82@yahoo.it