La Guerra degli Antò di Silvia Ballestra è metaletteratura nella metaletteratura della metaletteratura.
La voce narrante della “Ballestrera” che non entra nella narrazione, ci si tuffa di schianto, con surreali ipotetiche cedole all’editore per richiedere di allegare musicassette al libro così da facilitarle il compito nelle descrizioni, o con questionari che non è che lo sfiorano, ma lo SFONDANO l’assurdo, ai lettori (c’hai un cugino che se chiama Cinzio? Sci, no, forze).
Protagonisti di questo folle circo sono quattro improbabili Antò da Montesilvano, al limite della caricatura, che vengono manovrati dall’insana mente dell’autrice tra gli Abruzzi e l’Emilia, per finire nei meandri sghembi di uno sghembo ostello della gioventù di Amsterdam (con la vivace melodia orgasmica in sottofondo a cura di due tredicenni francesi… oh…oh…ui, ui…fregnamarì!), dove le vicende di Lu Purk e Lo Zorru si alternano con quelle degli altri due Antò, Lu Zombi e Lu Mmalatu, rimasti in quel di Silvanmountain.
Incursioni nel sociale a go-go, con la Guerra del Golfo, nella tivù di consumo, con un folle “Chi l’ha visto?”, e ancora una Bologna Universitaria che non sarà più la stessa, con le sue serate libertine e stupefacenti all’Isola… un romanzo che è un’orgia della pazzia.
Spassosissime le richieste disperate dei genitori dei due scomparsi, l’uno pseudo disertore militare, convinto di doversi imbarcare sull’incrociatore Eleonora Duse (machicazzoè?!) per andare a combattere il famigerato Hussein Saddam, l’altro, lo scapestrato ed eroico Lu Purk, fuggito ad Amsterdam su una sola gamba (lasciata l’altra in un cantiere edile bolognese…) per cercare il senso profondo della vita, finendo poi per rendere in cenere l’intero ostello con la carica apocalittica del Maccherone italico.
Astrusi personaggi come Fabio di Vasto e gli allupati Mimmo e Cesaretto si mescolano con le più remote figure bibliche, come Lu Caubboi ristoratore con le sue pistole, l’oracolo della saggezza detto La ‘gnuranza, il bidone aspiratutto Laura Mei, con la sua sfrenata passione per l’ornitologia, e ancora dita a mazzocchetta, figli ‘mmine, tsunami casalinghi causati da eccessi stupefacenteschi, e ancora, ancora, ancora… la sagra mondiale del nonsense.
Un’immaginazione devastante quella di Silvia Ballestra (a proposito, se siete interessati cercate l’edizione Il Disastro degli Antò, contenente anche il prologo La via per Berlino originariamente contenuto ne Il compleanno dell’Iguana… altro grande libro per giunta), una carica dirompente e anarchica come solo un’under 25 può avere (e marchisciana per di più…), un’allegria e una vitalità atomiche per mettere in sordina il senso di fallimento che si cela dietro ogni tentativo di fuga o ribellione, l’angoscia del dovere, sì, perchè alla fine, volenti o nolenti, tutti dobbiamo crescere.
PS. Lasciate perdere il film di Riccardo Milani, è un oltraggio, e non ne vale la pena.
di Alessandro Gentili
contributi di Daniele Brocanelli
OPERE:
Compleanno dell’iguana (1991)
La guerra degli Antò (1992)
Gli Orsi (1994)
Joyce Lussu, Una vita contro (1996)
La giovinezza della signorina N.N. (1998)
Nina (2001)
Il compagno di mezzanotte (2002)
Senza gli orsi (2003)