(Accidental/Wide 2005)
Matthew Herbert ci ha sempre abituato a mettere in discussione le abitudini musicali cristallizzate dalle tendenze di turno e questa ennesima sua nuova creatura ci coglie di nuovo felicemente alla sprovvista. Difficile estrapolare impressioni precise da Plat Du Jour, ultimo disco e progetto a tutto tondo del genietto inglese, troppe le novità e le informazioni da assimilare ed analizzare. Le uniche cose che si riescono ad avvertire durante i primi ascolti sono un turbinio di emozioni e di sensazioni alterne e altamente stimolanti. Stimolante è anche considerare la strana natura di Plat Du Jour, legata a doppio filo al concetto di cibo, l’elemento con cui veniamo più spesso in contatto durante il giorno e sicuramente quello più importante per la nostra qualità di vita. Un elemento così importante e così stranamente trascurato dalla musica moderna; Herbert parte appunto da questa considerazione per mettere in piedi un super apparato dove addirittura anche la maggior parte delle fonti sonore sono rigorosamente di origine naturale e commestibili. La musica che ne scaturisce, pur nella sua ricchezza di informazioni, viene architettata in maniera eccellente. Ne risulta un suono d’insieme entusiasmante in fase d’ascolto, un suono suggestivo e, soprattutto, di una vitalità sorprendente, un suono che al tempo stesso è una forte denuncia contro l’uniformazione dei cibi, dei gusti e delle culture.
Voto: 9
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