(Il Manifesto 2005)
Uno di quelle cose che riescono bene e che piacciono sia all’orecchio che all’occhio. Il caso è questo cd del progetto Ardecore, cioè la canzone tradizionale romana riveduta corretta e presentata ad uso ed abuso delle generazioni soniche. La formazione creata per l’occasione conta nelle fila gli Zu in completo jazzcore con amore e stornello solare, un’innesto in chiave post-rock discreto e compito con Geoff Farina dei Karate alla chitarra elettrica e un bravissimo Giampaolo Felici voce stornellante di professione e sentimento con aggiunti e benvoluti Luca Ventucci alla fisarmonica e al piano fender e Valerio Borgianelli al vibrafono, i glockespiel e le percussioni. La grafica splendidamente curata di Scarful fa il resto e il contorno. Le canzoni riattualizzate coprono uno spaccato del melodramma capitolino e vanno da Come te posso amà il canto del carcerato virato in chiave avant-folk, a Madonna Dell’Urione, marcetta amara su un omicidio per passione redento dal passaggio della Madonna. E ancora Fiore de gioventù, brano di petroliniana scrittura immerso senza ritorno in una chiave blues condita da innesti mariachi, fino a l’Eco der core composizione di R. Balzani portata al successo da Claudio Villa e incredibilmente sporcata in questa versione dal un ritmo tex-mex degna firma di desperados sonici nostrani. Un piacevole e insistente viatico popolare, un bel disco senza lesinare.
Voto: 9
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